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martedì 21 dicembre 2010

(1963) Il Natale è una Festa superficiale.......


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NATALIZIO !!!!!


Dove sono finite le suggestive tradizioni natalizie? Oggi il Natale è, una festa superficiale dove la tradizione rimane solo una parola priva di significato e non un insieme di particolari atteggiamenti, di riti, di abitudini familiari sentite nel profondo dell’animo.
I giovani di oggi non conoscono il Natale suggestivo ammantato di neve, l’uscita nella notte della vigilia per recarsi alla Messa, gli inni sacri cantati in chiesa con trasporto giovanile anche dai più anziani, la dolce commozione che pervadeva tutti. Non solo non conoscono questa particolare festa dell’animo, ma neppure desta interesse in loro “vederla” sotto questo aspetto. Del Natale oggi non resta nulla: esso è fatto di una baraonda di gente e di luci, di una corsa da un negozio all’altro per la scelta affrettata di doni spesso inutili, di un eccessivo eccitamento per l’attrazione esercitata da tutti i riti pagani ormai in uso e rispettati da tutti.
Dov’è finito il presepe della nostra infanzia? Ogni anno si toglievano dalla paglia le statuine conservate con tanta cura e si facevano escursioni in campagna per raccogliere accanto ai vecchi alberi il muschio necessario per creare veri prati, infarinati poi con arte allo scopo di dare la suggestione della neve. Il presepe, per le sue tenue luci, faceva nascere di per se stesso un’atmosfera di sussurri, di intimità, ben diversa da quella rutilante e sfarzosa originata dall’albero di Natale.
La tradizione dell’albero, nel nord Europa ha una sua ragione d’essere, che va ricercata nel paesaggio più grigio, nella mancanza di colore. Ma la nostra tradizione natalizia è sempre stata intima e raccolta, attorno ad un presepe anche umile, ma sempre colmo di poesia.
[…]
Cos’è questa città tutta piena di luminarie e di infiocchettature? Perché tutti questi artifici, queste mode buffe, i “christmas”, la ressa, le code, i festoni, i soldi profusi a fiumi nei più inutili acquisti? È Natale questo? È questa la festa religiosa più solenne che celebra con l’avvento del Bambino la pace fra i popoli?
Tradizione non significa interesse per le cose piacevoli e superficiali: è qualcosa di più saldo di più intenso, una sensazione alla quale è bello abbandonarsi proprio perché viviamo in un terribile mondo in cui i valori morali più validi si sono capovolti. L’albero di Natale, che ha freddamente sacrificato il presepe, non è in fondo che un’espressione dei tempi: con le sue decorazioni scintillanti, infatti, risponde al nuovo gusto della massa che vuole una comprensione non profonda ma immediata, che non faccia pensare, che non ci faccia fare i bilanci dell’anno che sta per finire, che non obblighi il nostro cervello alle solite indagini introspettive o peggio retrospettive. Il Natale dell’infanzia ci trovava tutti riuniti intorno ad una tovaglia candida a consumare il pranzo familiare più intimo e caldo dell’anno: oggi invece buona parte delle persone passa le feste fuori casa, in montagna, in riviera, in crociera ed al momento in cui intorno ad ogni tavola si dovrebbe brindare alla fortuna di tutta la famiglia, questi scontenti alzano il bicchiere per toccare quello di un ignoto, che non incontreranno forse mai più, e si sentono “cittadini del mondo”.
[…]

“LA CUCINA ITALIANA Rivista per le Famiglie”, dicembre 1962

1 commento:

  1. Sorprendente! ...ed era il 1963!
    Penso che se il redattore di quest'articolo è ancora vivo (glielo auguro) ed ha conosciuto le feste natalizie degli ultimi (almeno) venti anni starà rimpiangendo nostalgicamente il Natale del '63.
    Maurizio

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