Gran Bretagna (nazione guida
insieme alla Francia, del sistema di sicurezza internazionale messo
in piedi nel 1919 (Società delle Nazioni) per evitare che un
conflitto fra due stati degenerasse, come nel 1914, in una guerra
generale) - la crisi economica mondiale del '29 obbliga nel 1931 il
Paese ad abbandonare la parità aurea della sterlina e il liberismo
tradizionale a cui si aggiunge la mutante situazione politica dell’Europa, rendono
manifesto il pericolo di perdita della posizione di
predominio politico-militare sul continente
Spagna – l’affermazione,
nelle maggiori città, delle sinistre e dei repubblicani alle
elezioni comunali del 1931 porta il re Alfonso XIII ad un esilio
volontario ed alla proclamazione della seconda Repubblica (prima
Repubblica: 1873-1874), subito seguita dall’emanazione di una
costituzione democratica (voto alle donne, riforma agraria,
laicizzazione delle scuole e dello stato). La reazione è immediata e
alle elezioni del 1933 una coalizione moderata, uscente vittoriosa ne
impedisce l’attuazione. Le nuove elezioni del 1936 ribaltano
i risultati che le destre rifiutano di riconoscere portando alla sollevazione
le truppe coloniali, capeggiate dal generale Francisco Franco, alla
sollevazione: è la guerra civile.
Francia – dopo la conclusione
della pace con la conferenza di Versailles (1919), il Paese vede un
progressivo spostamento del favore popolare verso le sinistre.
Ministeri “nazionali”, fatti per fronteggiare la grave situazione
finanziaria, vengono sommersi dai dissidi fra partiti rendendo
impossibile il formarsi di una solida maggioranza, e preparando
l’ascesa al governo del “Fronte Popolare” che appoggia
attivamente l’omonimo governo spagnolo durante la guerra civile.
Italia – dopo un abbozzo di
intesa con Francia e Gran Bretagna per parare la minaccia di un
riarmo tedesco iniziato nel 1935, che l’attacco italiano
all’Etiopia sgretola, il Paese viene punito dalla Società delle
Nazioni con sanzioni economiche. Alla fine del 1937 l'Italia si
ritira dalla Società delle Nazioni avvicinandosi alla Germania che
non aveva aderito alle sanzioni
Austria – dopo la sconfitta
del ’18 e il dissolvimento dell’Impero, il Paese diventa un
piccolo stato, con poco più di sei milioni di abitanti, un terzo dei
quali vive nell’ipertrofica capitale Vienna. Molti austriaci in
queste condizioni ritengono indispensabile riunirsi ai tedeschi della
Germania, ma a questa annessione si oppongono le potenze vincitrici,
Francia e Italia in testa. La crisi del ’29 accrebbe la
crescente instabilità, acuita dalle pressioni della Germania, che
contava sempre più ammiratori nel Paese.
Albania – la più debole e la più povera delle entità statuali createsi nei Balcani dopo la prima guerra mondiale dalla decomposizione degli imperi ottomano e austro-ungarico. Sorta come stato autonomo dalla conferenza di pace che aveva posto fine alla guerra balcanica del 1912-1913, aveva dovuto subire la crescente penetrazione economica italiana sino alla stipulazione di espliciti trattati di amicizia (1926) e di alleanza (1927) che la configuravano come una sorta di protettorato dell'Italia fascista (nel 1933 l'Italiano venne dichairato obbligatorio in tutte le scuole albanesi)
Albania – la più debole e la più povera delle entità statuali createsi nei Balcani dopo la prima guerra mondiale dalla decomposizione degli imperi ottomano e austro-ungarico. Sorta come stato autonomo dalla conferenza di pace che aveva posto fine alla guerra balcanica del 1912-1913, aveva dovuto subire la crescente penetrazione economica italiana sino alla stipulazione di espliciti trattati di amicizia (1926) e di alleanza (1927) che la configuravano come una sorta di protettorato dell'Italia fascista (nel 1933 l'Italiano venne dichairato obbligatorio in tutte le scuole albanesi)
Cecoslovacchia – nasce nel ’18
dallo sfaldamento dell’Impero austroungarico. La crisi del ’29
provoca misure protezionistiche e tensioni sociali che risvegliano
rivalità latenti delle minoranze (ungherese (4%), tedesca (21%),
slovacca (17%) contro la maggioranza ceca
Polonia – nasce
nel ’18 riappropriandosi dei territori spartiti alla fine del ‘700
tra Russia e Prussia. Da subito insieme alle difficoltà economiche e
ad una forte instabilità politica, si trova a dover far fronte alle
pressioni dell’Unione Sovietica e della Germania: la prima vi
fomenta moti comunisti, la seconda non intende accettare i confini
stabiliti dalle potenze vincitrici, rivendicando la città libera di Danzica.
Germania – i disastrosi
effetti della crisi del 1929 favoriscono l’avanzata del
nazionalsocialismo e la lotta politica assume sempre più i
caratteri della guerra civile. Nel gennaio 1933 Hitler è chiamato a
rivestire le funzioni di cancelliere e dopo pochi mesi viene
instaurato un regime monopartito con la creazione di "campi di rieducazione" (campi di concentramento) per gli oppositori politici. Il suo antiboscevismo e
antisemitismo incontravano non pochi consensi di collaborazione, si cercava sempre un “appeasement” con Hitler per
evitare la guerra nella direzione che essi non volevano. Nel 1935 viene reintrodotta la coscrizione obbligatoria, gli inglesi acconsentono ad un rafforzamento della marina e la Luftwaffe, l'aviazione, viene costituita alla luce del sole. Di fronte all'accelerazione del programma di riarmo, Gran Bretagna e Francia non avanzano nessuna seria protesta. Vedono nei nazisti un baluardo contro il bolscevismo.
Urss – la svolta collettivista
e industrialista alla fine degli anni Venti è un passo decisivo
verso l’affermazione di una nuova elite, la cui partecipazione
marginale agli eventi del 1917 fu compensata dallo zelo profuso nel
perseguire gli obiettivi industriali. La repressione di ogni forma
di opposizione inizia a riempire i campi di lavoro siberiani e il
peso della polizia politica cresce di pari passo con il culto della
personalità di Stalin.
Finlandia – ex granducato autonomo all’interno dell’Impero Russo fino alla rivoluzione del 1917. Il 6 dicembre di quell’anno ottiene l’indipendenza a cui fa seguito una guerra civile che termina con la sconfitta dei “Rossi” filo-bolscevichi da parte dei filo-conservatori “Bianchi” sostenuti dall’Impero tedesco. Dopo un breve tentativo di stabilire una monarchia nel Paese, la Finlandia diviene una repubblica. Agli inizi degli anni ’30 si assiste ad alcuni movimenti estremisti di destra che vengono immediatamente soffocati.
Stati Uniti – nel 1935 lo
spettro della disoccupazione e quindi della fame, evocato dal crollo
della borsa del ’29, è ormai scomparso; il paese ritrova
nuovamente fiducia nelle proprie capacità produttive, superando la
crisi sul piano interno mentre su quello europeo rimane spettatrice.
Giappone – Approfittando della decadenza del regime cinese e della vittoria su la Russia zarista nella guerra del 1904-1905, il Giappone si impone come la più grande potenza militare della regione. In seguito al crollo di Wall Street e alla Grande depressione mondiale, crebbero i sentimenti antioccidentali, e una classe sempre più nazionalistica di ufficiali inizia a considerare la Manciuria e la Cina, come un vasto territorio e una popolazione da assoggettare per sostenere le isole della madrepatria. A questo obiettivo si aggiungono anche quelli delle colonie della Gran Bretagna, della Francia e dei Paesi Bassi in Estremo Oriente.
Vaticano – La Chiesa di Roma teme il dilagare in Europa del démone bolscevico: osteggia il trattato di Versailles non solo per le rinunce territoriali che esso imponeva alla Germania, ma perché stabiliva il virtuale disarmo delle Forze armate tedesche: due clausole che confliggevano con la strategia vaticana di un forte Reich baluardo a Est contro la minaccia bolscevica e cardine di un’ Europa cristiana. Nel ’22 Pio XI (nunzio apostolico di Varsavia) mantiene gli indirizzi politici del suo predecessore Benedetto XV. Gli sviluppi politici cambiano con l’evoluzione delle amicizie del nunzio apostolico di Monaco e di Berlino nonché dal 1930 segretario di Stato, Eugenio Pacelli (futuro Pio XII), ossessionato dallo spettro della minaccia ebraico-bolscevica capace di distruggere la cristianità.
Turchia – dopo la sconfitta del ’18 e il dissolvimento dell’Impero Ottomano, perde tutti i suoi possedimenti in Medioriente e Iraq e deve far fronte alle sommosse popolari che minacciano di sfiancare l’ormai logoro e decrepito apparato statale. Nasce il Movimento Nazionale Turco, guidato dal generale Kemal Ataturk che nel 1923 dopo aver sconfitto l’Esercito del Califfo depone il sultano Mehmed VI e proclama la Repubblica Turca (svincolato da ipoteche teocratiche proprie dell’islamismo, vengono aboliti gli ordini religiosi musulmani, abolita la poligamia, proibito l’uso del fez e concesso il voto alle donne).
Giappone – Approfittando della decadenza del regime cinese e della vittoria su la Russia zarista nella guerra del 1904-1905, il Giappone si impone come la più grande potenza militare della regione. In seguito al crollo di Wall Street e alla Grande depressione mondiale, crebbero i sentimenti antioccidentali, e una classe sempre più nazionalistica di ufficiali inizia a considerare la Manciuria e la Cina, come un vasto territorio e una popolazione da assoggettare per sostenere le isole della madrepatria. A questo obiettivo si aggiungono anche quelli delle colonie della Gran Bretagna, della Francia e dei Paesi Bassi in Estremo Oriente.
Vaticano – La Chiesa di Roma teme il dilagare in Europa del démone bolscevico: osteggia il trattato di Versailles non solo per le rinunce territoriali che esso imponeva alla Germania, ma perché stabiliva il virtuale disarmo delle Forze armate tedesche: due clausole che confliggevano con la strategia vaticana di un forte Reich baluardo a Est contro la minaccia bolscevica e cardine di un’ Europa cristiana. Nel ’22 Pio XI (nunzio apostolico di Varsavia) mantiene gli indirizzi politici del suo predecessore Benedetto XV. Gli sviluppi politici cambiano con l’evoluzione delle amicizie del nunzio apostolico di Monaco e di Berlino nonché dal 1930 segretario di Stato, Eugenio Pacelli (futuro Pio XII), ossessionato dallo spettro della minaccia ebraico-bolscevica capace di distruggere la cristianità.
Turchia – dopo la sconfitta del ’18 e il dissolvimento dell’Impero Ottomano, perde tutti i suoi possedimenti in Medioriente e Iraq e deve far fronte alle sommosse popolari che minacciano di sfiancare l’ormai logoro e decrepito apparato statale. Nasce il Movimento Nazionale Turco, guidato dal generale Kemal Ataturk che nel 1923 dopo aver sconfitto l’Esercito del Califfo depone il sultano Mehmed VI e proclama la Repubblica Turca (svincolato da ipoteche teocratiche proprie dell’islamismo, vengono aboliti gli ordini religiosi musulmani, abolita la poligamia, proibito l’uso del fez e concesso il voto alle donne).
Siria - Nasce dallo sfaldamento
dell’Impero Ottomano. Assegnata
con mandato della Società delle Nazioni, alla Francia, è teatro di continue
violente ribellioni contro la potenza mandataria.
Palestina - Nasce
dallo sfaldamento dell’Impero
Ottomano. Affidata (1920) con
mandato della Società delle Nazioni al Regno Unito, che già nel 1917 aveva dato
la sua approvazione formale all’insediamento ebreo (dichiarazione di “Balfour”
– dare asilo agli ebrei dispersi nelle altre nazioni) pur avendo promesso nel
1915 la Palestina agli arabi come paese indipendente o come parte di una grande
nazione araba, per l’aiuto prestato con la Rivolta Araba nella lotta contro
l’impero Turco-Ottomano.
Su Mandato il Regno Unito, doveva predisporre il territorio allo sviluppo di un futuro governo autonomo, ma l’importanza strategica che occupa come passaggio per il Vicino Oriente (petrolio iracheno e persiano) pone la necessità di mantenere l’occupazione con una forza militare permanente accompagnata da una politica invasiva, cinica e spregiudicata che spinge i movimenti nazionalisti mediorientali ad unire i propri destini con quelli della Germania nazista, alimentando recrudescenze antisemite (non solo antisioniste) e una avversione nei confronti dei sistemi democratici occidentali.
Su Mandato il Regno Unito, doveva predisporre il territorio allo sviluppo di un futuro governo autonomo, ma l’importanza strategica che occupa come passaggio per il Vicino Oriente (petrolio iracheno e persiano) pone la necessità di mantenere l’occupazione con una forza militare permanente accompagnata da una politica invasiva, cinica e spregiudicata che spinge i movimenti nazionalisti mediorientali ad unire i propri destini con quelli della Germania nazista, alimentando recrudescenze antisemite (non solo antisioniste) e una avversione nei confronti dei sistemi democratici occidentali.
Iraq - Al termine del I conflitto mondiale, le truppe britanniche occuparono l'odierno Iraq (fino ad allora provincia ottomana). Nell'ambito della spartizione dell'impero ottomano, il 25 aprile 1920 fu presentata alla Società delle Nazioni una bozza che attribuiva a Londra il mandato di amministrare l'Iraq in vista della sua futura indipendenza. Tuttavia, lo scoppio di una rivolta anti-britannica nei mesi successivi spinse a scartare l'idea del mandato in favore di una ummediata semi-indipendenza, con la politica estera e militare sotto il controllo di Londra, oltre al diritto di intervento anche in altri campi. Il nuovo Stato assunse per volontà britannica la forma di una monarchia retta dal re hashemita Faysal b. al-Husayn. Il periodo di amministrazione britannica ebbe fine il 3 ottobre 1932, quando venne ufficialmente riconosciuta l'indipendenza dell'Iraq, seppure ancora limitata sotto alcuni aspetti militari ed economici
Egitto - Nel 1914, allo scoppio della Prima guerra mondiale, Khedivé Abbas II si schierò al fianco dell'Impero Ottomano e fu prontamente deposto dai britannici che proclamarono Sultano dell'Egitto e del Sudan suo zio, Husayn Kamil. Questi decretò la fine della sovranità turca e la trasformazione del Paese in un protettorato britannico anche a livello giuridico. Dopo lunghe lotte in cui rifulse l'attività patriottica di Sa'd Zaghlul e del partito del Wafd, l'Egitto ottiene la piena indipendenza soltanto il 14 settembre 1936, con il Regno Unito che mantenne di fatto le basi militari nel Paese.
1933
- Rodolfo De Angelis - Ma.. cos'è questa crisi (de angelis)
- Rodolfo De Angelis - Il colore che vuoi tu (de angelis)
- Carlo Buti - Come fu (galdieri-caslar)
- Romolo Balzani - Donna crisi (stazzonelli-anzelmo)
- Romolo Balzani - La balilla (petrini-ruccione-mezzaroma)
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