1971 (parte prima)
“(…) era la domenica prima di Pasqua - in quei giorni c'era stato il "2° Pop Festival Italiano" organizzato al "Kilt" di Roma (2-3 aprile) organizzato dal "Club Internazionale dell'amicizia" di Giovanni Cipriani - e con Marcello confrontai le mie impressioni sull'ascolto; mi convinse ad ascoltare l'intero album. Quella settimana andai alla Ricordi di Piazza Venezia vicino al palazzo della Provincia, e presi "la mucca" dall’espositore per ascoltarlo in cabina (mi imposi di farlo pur avendo davanti agli occhi altri album che tentavano maggiormente la mia curiosità); lo sguardo di quegli animali che mi fissavano come a chiedere "che vuoi ?", in quell’inizio di aprile 1971, mi disturbava. Lo ascoltai ma non riuscii a dedicargli l’attenzione che meritava, nella cabina accanto avevano sul piatto i Ten Years After (li avevo ascoltati due settimane prima al Palasport). Rimisi a posto il disco e tornai a casa deluso. La domenica successiva non potei confrontarmi con Marcello, perché era Pasqua; fu una fortuna, il secondo brano che Paolo Giaccio trasmise quella settimana mi turbò al punto da capire che l'ascolto dovevo farlo in casa sul mio impianto. Acquistai il disco. Fu una rivelazione, avevo l'entusiasmo di un neofita. La domenica, a Portaportese prenotai al banco di Gianluca Veruschi, primo dopo la porta, da cui in seguito avrei lavorato per circa 6 anni, l'album "Ummagumma".
(...) Furono mesi di risveglio, arrivarono in Italia artisti come: i Jethro Tull, John Mayall, i Ten Years After, i Family, i Santana (che per i disordini al concerto di Milano annullarono quello di Roma), e si aspettavano gli Yes, i Black Widow, gli Uriah Heep, i Colosseum, i Deep Purple, i Chicago, i Pink Floyd e i Gran Funk Railroad.
(...) Questo risveglio mi portò ad essere molto critico nei confronti del "II° Festival Pop di Caracalla" (6-7 maggio); lo trovai veramente deludente, anche il pubblico, in confronto al I° Festival di 7 mesi prima, era molto distaccato.
Giancarlo Scalia
"(...) Avevo acquistato, già da diversi giorni, il biglietto alla
“ORBIS” di piazza Esquilino, e cercavo fra gli amici qualcuno che potesse darmi
un passaggio per il ritorno; negli ultimi concerti a cui avevo assistito, Ten
Years After e Deep Purple, ero stato costretto, come molti altri (l’ultimo
autobus partiva alle 24,00) a farmela a piedi dal Palasport; facevamo un serpentone
che si snodava per via Cristoforo Colombo.
Tra i tanti che sentii, un compagno di scuola mi disse che stava
partendo in autostop per l’Olanda; voleva assistere al Festival di Rotterdam (Kralingen
Music Festival) che ci sarebbe stato la settimana successiva. Rinunciai ai Pink Floyd e partii con lui. Quell’anno
il Festival non ci fu, ma il senso di libertà di quel viaggio, per un ragazzo
di 17 anni non ancora compiuti, è stato superiore a qualsiasi concerto;
persi il concerto e con esso anche quello del 1 luglio dei Grand Funk
Railroad, ma quel viaggio mi cambiò la vita e qualche anno dopo, in totale incoscienza,
mi portò ad attraversare gli USA in solitaria."
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