Quello del 31 dicembre 1959 alla Bussola di Viareggio è stato molto probabilmente l’ultimo vero concerto di Fred Buscaglione. […]
In quei mesi raramente Fred si spostava da Roma, e lo faceva solo per buoni motivi; ad esempio, un breve viaggio a Firenze per incontrare la moglie, con la quale stava vivendo un periodo di profonda crisi. E poi – detto fino in fondo - lui era ormai il grande Fred Buscagliene: un artista all’apice del successo, e quindi strapagato. Per tirare a campare, non aveva certo bisogno di fare molti concerti, come invece erano costretti molti altri musicisti con meno fortuna (e talento) di lui. Il veglione alla Bussola di Viareggio con Fred Buscagliene e gli Asternovas come headliner, quindi, deve essere stato uno degli eventi mondani più attesi dell’anno. La Bussola vantava ormai la migliore clientela altoborghese, italiana e straniera: un miscuglio di artisti di grido e facoltosi imprenditori, aristocratici decadenti e starlette in cerca di fortuna. Fred, nonostante i tormenti sul piano familiare, era ormai un artista affermato. Il “dritto di Chicago” amava farsi vedere a bordo della sua scintillante Ford Thunderbird rosa, un’auto costosa ed eccentrica che ben pochi potevano permettersi, almeno nel nostro paese. Bella vita, abiti eleganti, donne bellissime disposte a tutto pur di catturare il suo sguardo. E la musica? La musica era quanto di più originale, brillante e divertente si potesse trovare in circolazione in alternativa al trasgressivo rock ‘n’ roll americano che bussava alle porte. Anche la musica di Fred veniva dall’America, ma la sua fonte originaria era il jazz e il contesto in cui certo jazz crebbe in America tra gli anni ’30 e ’50, dipinto da lui in toni sempre esagerati e ironici: night club, gangster dal grilletto facile, fiumi di whisky e bionde mozzafiato fasciate in abiti di lamé.
I suoi concerti erano spettacoli esilaranti, con ritmi sfrenati e racconti intriganti, ma ricchi anche di momenti di introspezione, come testimoniano alcune delle sue ultime incisioni.
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Ezio Guaitamacchi
(“1000 concerti che ci hanno cambiato la vita”, RCS Libri 2010)
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