Conoscevo pochissimo dell'opera di Salvatore Di Giacomo, qualche poesia, la trasposizione cinematografica di un suo lavoro teatrale, qualche brano offerto dalla TV. Poi, due anni fa, ebbi per le mani due volumi che raccolgono le sue opere.
È stato uno dei più significativi incontri letterari della mia vita. Non voglio dare con questo un giudizio critico, che appartiene agli specializzati in materia. Tante volte i più eleborati ricordi, le più evocative ricostruzioni delle nostre esperienze non valgono la folla di vive immagini, di profonde memorie che ci porta l'odore di un legno che brucia, o della terra bagnata dalla pioggia, o il sapore di un cibo. La lingua di Di Giacomo, questo stupendo dialetto napoletano, mi ha colpito appunto con la forza di una di quelle sensazioni primitive, riportandomi su un terreno dove tutte le immagini e i sentimenti trovavano radici ed eco immediate.
Il cane randagio sotto un portone, la monacella del convento, il cieco di Caravaggio, la mammana bisbetica e bonaria, e le centinaia di creature nate dalla calda ispirazione di Di Giacomo, si affollano ormai nella mia vita come creature che ho conosciuto veramente, immagini fatte sangue e corpo per le quali vibro di pietà o di amore o di divertita ironia.
Non so quanto di questo giudizio possa far parte dell'omaggio critico ad un poeta, o se non sia piuttosto un angolo troppo personale per accostarsi all'opera di Di Giacomo. Per me, comunque, è una sensazione unica e totale, e mi basta per amare senza riserve la poesia di questo grande napoletano. Mi sono anche chiesta se l'immediata risonanza, in me, del dialetto della mia infanzia facesse da stregone incantatore. Ma nel caso di Salvatore Di Giacomo il dialetto non restringe i confini del mondo poetico, anzi li estende oltre quelle zone che raramente sono toccate dalla poesia in lingua ufficiale.
I poemetti contenuti in questo disco siano accolti come il modesto devoto omaggio di una napoletana ad un grande poeta napoletano. Li ho recitati con questo spirito. Non ne avrei mai avuto il coraggio senza l'affettuosa spinta e l'intelligente sostegno del mio caro amico Vittorio de Sica.
Sophia Loren
dal 'back cover' del disco
Lato a)
- Pe la via
- Lettera amirosa
- Lettera malinconeca
- 'a vammana 'o pressa
- 'e cecate 'e Caravaggio
- Zi munacella
- Lassamo fa' Dio
Lato b)
- Pianefforte 'e notte
- Ncopp' a nu muntone 'e munnezza
- Nummero vintuno
- Suonno 'e na notte 'e vierno
- 'a strada:
- 'e rrobbe vecchie
- 'a lezzione
- Irma
- Stassera
- 'o pranzo a 'o nnammurato
- Ll'acciso - 'e matina, pe Tuleto
- Sunetto amaro
cover (tank records - MTG 8004)
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