[...] La sua non è tristezza romantica o sensuale di molte ventenni; nè la disperata tristezza delle innamorate; e nemmeno una tristezza vendicativa; e nemmeno una rassegnata tristezza. Piuttosto, direi, Françoise Hardy è malinconica; malinconica come chi abbia dovuto rinunciare, alla sua età, a qualche strana esperienza, a qualche segreto gioco di adolescenti, a qualche civetteria oppure, per non andare troppo lontano, come chi sia stato tenuto sempre in disparte. I ragazzi avevan dimenticato una certa Françoise. Intraprendenti e distratti, i ragazzi del cortile avevano dimenticato di chiamare giù Françoise. [...]
(Domenica del Corriere - 1 settembre 1963)
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