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giovedì 21 marzo 2013

CANTACRONACHE - Estate 1958 (pt. 2)

 
 
"... in fatto di canzoni, la paternità spetta sì e no per il cinquanta per cento agli autori delle parole e della musica; per l'altro cinquanta per cento il creatore d'una canzone è chi la canta" (Massimo Mila)


 
 
L'ADOZIONE DELLA "FORMA-CANZONE" come strumento il più idoneo ed efficace per comunicare all'opinione pubblica giudizi precisi su situazioni, fatti, personaggi storicamente e concretamente definiti, ha indotto, naturalmente, una carica polemica rigorosamente necessaria nei confronti di quello strumento d'impura evasione che è la canzone italiana contemporanea ed ufficiale. Allestendo il primo disco della serie CANTACRONACHE, questa polemica l'abbiamo portata, dal campo dei testi e della musica, a quello, altrettanto importante, dell'interpretazione-esecuzione.
 
 
 
Siamo perfettamente coscienti, con questo, di andare incontro al pericolo di grossi equivoci e di oscure battaglie: nonchè ad un indeterminato numero di accuse, forse più di quante ce ne abbia procurate l'elaborazione di testi e musiche.

 
 
Così, questo disco è sperimentale non per viltà ma per rigore; non per incertezza, ma per animosità di pretese.   Significa che anche in questo campo stiamo ancora lavorando, e siamo lontani dal risultato finale.   Un gruppetto di esecutori che hanno i requisiti naturali richiesti, già lavora con noi, ma è ancora troppo presto per dire se arriveremo alla forma che giudichiamo necessaria.
 

 
 
Di più: l'interprete di CANTACRONACHE non è in senso corrente, un cantante (questa voce richiama ormai troppo una esecuzione scolasticamente impostata) - allora, è meglio dire: un cantore popolare.   Cioè: voce anche grezza, incolta, ma naturale, viva, familiare, umana.   Essa vibra di reale passione: non la finge con il lenocinio scolastico.   È sufficientemente indipendente dal microfono, perchè fede cieca (e ingenua) nel microfono vuol dire intimismo, mezze tinte, sdilinquimenti, o quanto meno, artificiosi effetti speciali.   Il cantore popolare prescinde dalla deformazione microfonica: spetterà al tecnico audio provvedere a riprendere coi risultati migliori (naturalezza espressiva) quella voce.   Troppi cantanti oggi usano il microfono da registrazione come se fosse quello di un altoparlante, istituendo con esso un rapporto diretto e necessario: questo rapporto dev'essere invece indiretto e casuale.


 
 
LA VOCE DI CANTACRONACHE dev'essere in grado di assumere atteggiamenti, oltrechè di canto, anche di recitazione (declamazione).   Infine: niente orchestrone, strumenti elettrici, "arrangiamenti"   Le nostre canzoni dicono cose vere, cioè semplici.   Perciò anche l'accompagnamento strumentale dev'essere di grande naturalezza e semplicità.   A questo basta uno strumento solo, scelto tra i più familiari: chitarra, fisarmonica, pianoforte.

 
 
 
 
IL DISCO SPERIMENTALE EP 45 CS, che vi presentiamo, è lontano da risultati ottimi, ma vuole testimoniare un rigoroso lavoro condotto in questa direzione.   Per compiere i passi successivi, abbiamo bisogno dell'aiuto del pubblico, di consigli, giudizi, critiche, precise indicazioni.   Questo disco serva anche a stimolare tutti coloro che, possedendo i requisiti accennati, condividano il nostro modo di vedere, il nostro disgusto, e la nostra passione: si mettano in contatto con noi!
 
Straniero Liberovici

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