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mercoledì 2 settembre 2009

Dov'è il teenager prima degli anni Cinquanta?


Dov'è il teenager prima degli anni Cinquanta? Insomma, che cosa fa, dove si nasconde? Molto semplicemente, l'adolescente teenager, almeno come lo intendiamo oggi, prima degli anni Cinquanta non esiste. Prima o si era adulti pronti a lavorare, metter su famiglia e fare la guerra, o si era dei bambini, pronti a diventare adulti: non era ancora stata inventata una moda "per" adolescenti, e tanto meno un genere musicale fatto apposta per loro.

In compenso, in precedenza negli Stati Uniti si erano messe in movimento alcune importanti avvisaglie, a cui solo gli osservatori più attenti avevano fatto caso. Tra il 1941 e il 1944 erano stati scritti due libri che si sarebbero rivelati fondamentali per le future generazioni: "The Beat Generation" di Jack Kerouac, pubblicato poi soltanto nel 1957 con il titolo "On the Road" (Sulla strada), e "Rebel without a cause" di Robert Lindner, divenuto poi famoso nel 1955 quando ne viene tratto un film, arrivato in Italia come "Gioventù bruciata". I protagonisti dei libri erano due giovani che, alla loro insoddisfazione nei confronti della società ereditata dagli "adulti", davano risposte diametralmente opposte: il personaggio di Kerouac sceglieva la fuga, in un viaggio senza soste per il continente americano di sapore mistico; quello di "Gioventù bruciata" preferiva invece opporre una ribellione che sfociava nel vandalismo puro e semplice.

Nel 1947, inoltre, il giornalista Frank Rooney aveva scritto sulla rivista "Harper's Bazaar" un articolo intitolato "The Cyclist's Raid", in cui aveva raccontato la scorreria di una banda di ragazzi motociclisti, che poco tempo prima avevano messo a ferro e fuoco la cittadina californiana di Hollister. Da quell'episodio sei anni dopo venne tratto il film "The Wild One" (Il selvaggio) con il ventinovenne Marlon Brando nel ruolo di protagonista. Fu un insuccesso ai botteghini, ma in compenso spinse molti adolescenti ad acquistare giubbotti di pelle, a cospargersi i capelli di brillantina e a parlare nello slang sonnolento e arrogante del motociclista portato sullo schermo da Brando.


Francesco Donadio & Marcello Giannotti estratto da "Teddy-boys rockettari e cyberpunk" [Editori Riuniti, 1996]

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