IL TWIST È STANCO
PARTE IL MADISON
PARTE IL MADISON
[…] non ha il ritmo frenetico del twist ma ha il grande vantaggio di essere meno monotono, meno faticoso, più vario e più attivo negli spostamenti sulla pista da ballo.
Il twist dava l’impressione di essere attaccati al terreno, come tanti alberi in preda a un vortice di vento: sensazione piacevole all’inizio ma nauseante col passare del tempo. Il Madison ridona ai quadrupedi la loro disgnità permettendo vasti spostamenti longitudinali con giravolte, piccoli salti, battiti di mano oltre a un numero vasto e personale di variazioni (all’incirca tante quante ne permette il cha-cha-cha).
A Parigi il Madison ha già sfondato la primavera scorsa, qui in Italia si propagherà in breve tempo e a Capodanno farà sentire il suo peso, anche perché i fans del twist da tempo annoiati chiedono ad alta voce qualcosa di nuovo.
Ebbene il Madison è appunto ciò che ci vuole: dà alla fantasia impigrita dal twist la possibilità di sbizzarrirsi come meglio desidera. In America il Madison è in voga già da due anni. Ventiquattro mesi fa si cercò di lanciarlo qui in Italia ma, come era concepito allora, non poteva attecchire: si trattava di una sorta di quadriglia moderna da ballarsi collettivamente. Gli americani sono anche capaci di divertirsi a una festa danzante facendo il girotondo intorno a una sedia (basta essere tutti insieme, cantare, ridere, giocare) ma gli italiani hanno altri gusti: vogliono ballare con la persona che più sta loro a cuore.
Così il Madison, danza collettiva, non attaccò. Poi si pensò di trasformarlo: una dama, un cavaliere, e gli altri intorno che ballano ciascuno per conto proprio. E ora il Madison sta per attecchire, sempre che si tenga assolutamente presente che è inutile lanciarlo come danza d’assieme, perché ballare in quattro o in otto diverte a Carnevale o a Capodanno (in una festicciola privata) ma non più di mezz’ora. Qui in Italia la danza avrà sempre un sottofondo erotico, anche nel senso più innocente della parola.
Prepariamoci a subirne l’invasione probabilmente più ordinata, più pacifica, meno sconvolgente e imbarazzante di quella operata dal flagello-twist.
Al Brown è colui che ha il merito o la colpa di avere lanciato per primo la nuova danza negli Stati Uniti. Più che meriti o colpe, c’è da dire che ha avuto molto fiuto
.Paolo Pietron
Il twist dava l’impressione di essere attaccati al terreno, come tanti alberi in preda a un vortice di vento: sensazione piacevole all’inizio ma nauseante col passare del tempo. Il Madison ridona ai quadrupedi la loro disgnità permettendo vasti spostamenti longitudinali con giravolte, piccoli salti, battiti di mano oltre a un numero vasto e personale di variazioni (all’incirca tante quante ne permette il cha-cha-cha).
A Parigi il Madison ha già sfondato la primavera scorsa, qui in Italia si propagherà in breve tempo e a Capodanno farà sentire il suo peso, anche perché i fans del twist da tempo annoiati chiedono ad alta voce qualcosa di nuovo.
Ebbene il Madison è appunto ciò che ci vuole: dà alla fantasia impigrita dal twist la possibilità di sbizzarrirsi come meglio desidera. In America il Madison è in voga già da due anni. Ventiquattro mesi fa si cercò di lanciarlo qui in Italia ma, come era concepito allora, non poteva attecchire: si trattava di una sorta di quadriglia moderna da ballarsi collettivamente. Gli americani sono anche capaci di divertirsi a una festa danzante facendo il girotondo intorno a una sedia (basta essere tutti insieme, cantare, ridere, giocare) ma gli italiani hanno altri gusti: vogliono ballare con la persona che più sta loro a cuore.
Così il Madison, danza collettiva, non attaccò. Poi si pensò di trasformarlo: una dama, un cavaliere, e gli altri intorno che ballano ciascuno per conto proprio. E ora il Madison sta per attecchire, sempre che si tenga assolutamente presente che è inutile lanciarlo come danza d’assieme, perché ballare in quattro o in otto diverte a Carnevale o a Capodanno (in una festicciola privata) ma non più di mezz’ora. Qui in Italia la danza avrà sempre un sottofondo erotico, anche nel senso più innocente della parola.
Prepariamoci a subirne l’invasione probabilmente più ordinata, più pacifica, meno sconvolgente e imbarazzante di quella operata dal flagello-twist.
Al Brown è colui che ha il merito o la colpa di avere lanciato per primo la nuova danza negli Stati Uniti. Più che meriti o colpe, c’è da dire che ha avuto molto fiuto
.Paolo Pietron
.(dalla rubrica “Microsolco” della rivista SETTIMANA RADIO TV – 13 ottobre)
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lato a)
- The Madison (brown)
lato b)
- Mo' Madison (brown)
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Rettifica!!!
RispondiEliminala registrazione è della primavera del 1960, effettuata sulla scia delle nuove danze.
Il brano ottiene un discreto successo raggiungendo a maggio il n.23 della classifica pop e il 14 di quella di R&B. In Italia, nell'agosto 1960, in seguito al successo avuto viene stampato il disco.
Nel 1962 la danza diviene popolare in Europa ed in Italia la Variety, sempre in agosto, ridistribuisce il disco.