Camminiamo ordunque con i giovani!
[…] entusiasmiamoci per questi giovani che dilagano in ogni campo della vita attuale.
Adattiamoci a tutti i loro capricci, che ci vengono imposti ormai senza poter più discutere, riversiamoci nella loro entusiasmante e veloce corrente per poter magari (con tutta la nostra maliziosa esperienza) giovarcene poi ai fini pratici ed immediati.
Segua il corso della politica le sue abitudini:leggi e provvedimenti “giovanili” potranno essere sempre approvati d’urgenza alle Camere dai padri e dai nonni.
Ma la nuova rivoluzione del “costume” deve darci invece un nuovo indice verso il quale orientarci. Sia nelle arti e nella moda come nelle nuove industrie e commerci, che rappresentano le vene e le arterie del nervoso ritmo di oggi.
Il mondo è dei giovani. Evviva i giovani!
Vestiti, cibi, mezzi di trasporto, libri, spettacoli, manifestazioni varie dipendono oramai da loro. Aggiorniamoci! La pubblicità ci grida di metterci una buona volta al passo. Questi nuovi saggi, (rappresentati dalla balda generazione) hanno consigliato ormai di cambiare sistema e di trasformare ogni nostra azione e pensiero.
Al tempo, al tempo! Brillantina nera o bionda nei capelli, abbronzature tonificanti, massaggi energetici e cibi vitaminici. I nostri vecchi “fusti” rifioriranno.
Giacche a spacchetti, gonne a fior di sedere, possiamo incamminarci tutti a ritmo di “twist”, verso le vie del progresso. Ne beneficieremo comunque. È l’unico modo per riprendere quota in questa bizzarra epoca erroneamente scambiata per quella “della decadenza”.
Qualche tempo fa noi li chiamavamo “bruciati”. Mamma mia che incendio!
La popolazione mondiale di circa tre miliardi di anime è costituita, secondo un calcolo statistico, da seicento milioni di giovani dai dieci ai venti anni. Ebbene è proprio questo immenso vivaio, privo di inesperienze e di redditi, cha ha concorso in questo ultimo periodo, nelle nazioni più progredite a realizzare vaste e straordinarie esperienze, come pure a triplicar le cifre proporzionali e generali dei redditi.
Il giovane, in teoria, non ha mai bisogno di denaro. Lo apprezza logicamente, ma lo giudica solamente un “mezzo”, quasi sempre per divertirsi. Il fine poi rimane quello, una volta entratone in possesso, di potersene sbarazzare al più presto. Eppure tutti quanti, successivamente, finiremo per essere trascinati nella sfera d’azione creatasi, contribuendo a incrementare quel vertiginoso ritmo di circolazione sempre più rapida, che è calcolata ormai sulle cifre dei miliardi.
Perché, infatti, i giovani non si limitano solo a spingere i genitori alle maggiori spese, destinate in modo particolare a loro, ma li influenzano decisamente in ogni voce di qualunque bilancio familiare o d’azienda.
Apprendiamo per esempio che in America, specialmente, i giovani sono chiamati a giudicare i tipi d’automobile che debbono poi essere lanciati sul mercato e acquistati dai padri o dalle madri, mentre i progetti delle villette familiari, sempre più richieste per il tradizionale “fine settimana”, sono esaminati soprattutto dai figli.
E sono ancora i ragazzi che impongono l’uso sempre più frequente degli elettrodomestici, quello dei giradischi per la musica riprodotta in ogni ambiente o in qualunque momento della giornata (grammofoni a transistor), la necessità sempre più sentita di avere sempre a disposizione un telefono (magari due) da tenersi appiccicato per ore intere all’orecchio.
Anche i metodi più efficaci per riempire il tempo cosiddetto “vuoto” – (come le loro tasche) – sono sempre imposti dai figli, che di tempo possono sempre disporre , prima di tutto per rompere le tasche ai genitori e fare uscire da queste, sempre più quattrini, ottenendo inoltre che le loro ore, sempre più libere, siano sempre più occupate dai capifamiglia per far quadrare le cifre da destinarsi allo sport, al cinema, alla televisione, ai dolci, al fumo, ai viaggi e così via.
Anche in Europa si è constatato inoltre, che i giovani impongono ormai le abitudini e provvedono a scegliere e selezionare abiti, cibi e bevande.
Il cinquanta per cento degli oggetti di lusso finisce per riguardare solamente loro: industrie di radioline portatili, di apparecchi foto-cinematografici, di dischi, di juke-box, di strumenti musicali, hanno trovato nei giovani i loro più decisi sostenitori, nonché i più esigenti giudici.
Numerose e bizzarre iniziative sono riuscite a mettere in moto migliaia di Organizzazioni e di Enti (Festival, concorsi, raduni, cacce al tesoro) portando lavoro a migliaia di persone. I cosiddetti fenomeni di “costume” di questa nuova generazione indubbiamente dei “senza pensieri”, hanno portato migliaia di pensieri densi di preoccupazioni alla categoria degli studiosi.
Ma i cosiddetti “teen-agers”, rivoluzionando le secolari tradizioni, hanno dato origine tuttavia a impensate fonti di guadagno e hanno aperto improvvisamente nuove strade a industrie e commerci che si dibattevano da anni in circoli chiusi.
Ci basterà qui ricordare quelle che riguardano particolarmente il nostro settore.
Quanti sono infatti gli editori di libri e i produttori di film che debbono la loro fortuna al famoso slogan “Vietato ai minori di sedici anni”. Slogan che pur permettendo di attirare solo l’attenzione di una minima percentuale di generazione, riesce tuttavia ad acquistarla immediatamente in blocco, trascinando poi tutte le altre e dando il via alla rapida corsa verso guadagni che tutto il lavoro di una vita non poteva riuscire a raggiungere.
Come pure gli editori di dischi e di musica che con soli tre minuti di canto e con poche righe di note sono riusciti a raggiungere traguardi che un intero repertorio di specializzati non avrebbe mai superato.[…]
Non resta dunque, che accettare definitivamente questa rivoluzione di età e questa trasformazione di valori: arrenderci agli eserciti in blue-jeans armati di chitarre, e alle legioni di “ninfette” pettinate alla maschio o a coda di cavallo.
[…] Nel 1962 sono stati spesi per lo spettacolo duecento quaranta miliardi. Centotrentatre per il cinema, sedici per lo sport, ventotto per divertimenti vari: il resto per la televisione, radio, dischi, giradischi, juke-box e altri passatempi.
I nostri otto milioni di minorenni sono naturalmente i più importanti artefici di questi vertici statistici.
[…]
Mario De Luigi
da musica e dischi (marzo 1963)
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