Ideata e parzialmente costruita per l’esposizione universale che avrebbe dovuto tenersi nel 1942, l’E 42, fu il più importante episodio architettonico di un regime che voleva celebrare se stesso e lasciare un’immagine di sé destinata a durare.
La prima proposta per un’ esposizione universale, da farsi a Roma nella ricorrenza del ventennale, venne presentata da Giuseppe Bottai, governatore della città, a Mussolini nel 1935.
Nel giugno del 1936 il ‘Bureau international des expositions’ dette parere positivo alla possibilità di ospitare a Roma l’Esposizione Universale, dopo quella del 1936 di Parigi e del 1939 di New York.
Nell’ottobre successivo fu dato dal governo l’annuncio ufficiale.
Questo genere di manifestazione non era una novità per la città, che aveva già organizzato l’Esposizione Universale del 1911, in occasione del cinquantenario dell’unità d’Italia.
Si inizia a pensare al luogo che avrebbe ospitato l’importante manifestazione. Inizialmente si pensò a Villa Borghese o alle pendici di Monte Mario attorno al Foro Mussolini. Tuttavia prevalse l’idea di scegliere un’area che favorisse lo sviluppo della città verso il mare. Mussolini si occupò personalmente di scegliere la zona per lo svolgimento dell’esposizione. Dopo diversi sopralluoghi, il 16 dicembre scelse definitivamente l’area delle Tre Fontane in contraddizione con il piano regolatore della capitale, che prevedeva l’espansione verso est.
La zona in posizione tangenziale all’autostrada Roma-Ostia aveva l’obiettivo di costituire un allargamento della città verso il mare, seguendo la direzione della Via Imperiale (oggi Via Cristoforo Colombo) e per l’occasione si decise di sistemare e valorizzare le zone di Ostia Antica e il Lido di Castel Fusano.
Il 26 dicembre viene istituito l’"Ente autonomo Esposizione Universale e Internazionale di Roma", con propria personalità giuridica e gestione propria, direttamente dipendente dal Capo del Governo.
Nell’aprile del ’37 viene approvato il nuovo Piano Regolatore per l’ E42 e si provvede immediatamente all’espropriazione dei terreni, circa 400 ettari pagati a prezzo agricolo.
La crisi internazionale del 1939 portò subito ostacoli alla realizzazione dell’opera: blocco delle adesioni da parte dei paesi stranieri, aumento dei costi, difficoltà nel reperire uomini, materiali e mezzi necessari.
Mussolini diede comunque disposizione di continuare i lavori per la realizzazione del progetto.
progetto (particolare)
Il rinvio a tempo indeterminato venne deciso tardivamente, appena una settimana dall’entrata in guerra dell’Italia (10 giugno 1940) e senza una valutazione realistica della durata del conflitto.
Nel febbraio del 1943, su proposta di Vittorio Cini (commissario generale del progetto e Presidente dell’Ente) l’Ente viene trasferito in seno al Governatorato alle dipendenze del governatore di Roma Gian Giacomo Borghese. Al momento della consegna alcuni lavori erano terminati (strade, gallerie, fognature, ponti) quasi ultimata la sistemazione dei parchi e dei giardini, completato il Palazzo degli Uffici, in dirittura d’arrivo il Palazzo della Civiltà Italiana, il Palazzo del ristorante e la Chiesa per altri nove edifici era stato realizzato il rustico, mentre di altri ancora solo le fondamenta.
1953
Alla fine del 1944 venne sciolta l’Amministrazione ordinaria dell’Ente. La guerra causò gravi danni alle costruzioni e alle opere già realizzate, che diventeranno teatro di scontri sanguinosi e roccaforte dell’occupazione delle truppe naziste prima e delle forze alleate dopo.
Nell’immediato Dopoguerra i grandi ambienti monumentali furono popolati dai senzatetto. L’Eur sembrava una città morta ancor prima di nascere. I costosi palazzi, smozzicati e malandati sembravano destinati a essere abbattuti. Poi, grazie in gran parte all’iniziativa del commissario dell’Eur (nome cambiato nel 1951 sia come sigla di Esposizione Universale Roma che come allusione all’europa che si andava costruendo) Virgilio Testa, che ai tempi del progetto dell’E42 era segretario del comune di Roma, tutto è tornato a vivere anche in vista dei Giochi Olimpici del 1960.
1960
- Mario Latilla - Evviva la torre di Pisa (rastelli-casiroli)
- Angelo Servida - Fanciulle belle (panzeri-mariotti)
- Carlo Buti - Finestra chiusa (bracchi-d'anzi)
- Tito Leardi - Fiorentina (panzeri-mariotti)
- Otello Boccaccini & Trio Lescano - Bel Soldatin (mazzoli-ala)
- Angelo Servida - Incantesimo (gramantieri-ford)
- Aldo Visconti - La mia canzone al vento (cherubini-bixio)
- Dan Arres (Daniele Serra) - Musica maestro, prego (bertini-wrubel)
- Crivel - Campane del villaggio (frati-raimondo)
- Carlo Buti - Biancaneve (Marchionne-maraziti)
- Nino Amorevoli e il Duo Gianni e Ramiro - Siciliana bruna (bruno-di lazzaro)
- Carlo Buti - Rose della riviera (dole-di lazzaro)
- Otello Boccaccini - Chitarratella (bonagura-ruccione)
- Vittorio De Sica - Tu solamente tu (galdieri-frustaci)
- Piero Pavesio - Valzer dell'organino (cherubini-bixio)
- Carlo Buti - Fiorin fiorello (mendes-mascheroni)
- Meme Bianchi - Quando piove con il sole (turchi-di stefano)
- Gilberto Mazzi - Pago io (lao-mascheroni)
- Piero Pavesio - Sulla Carrozzella (morbelli-filippini)
- CANZONIERI AL MICROFONO:
*Orch. Raimondo - Stella Alpina (frati-raimondo)
*Dino Olivieri - Ritornello (Tornerai) (rastelli-olivieri)
*Vasin - Ohili, Ohile (martelli-neri-vasin)
1966
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