Se non è vera corruzione, è un tentativo di ottenere o mantenere la benevolenza di qualcuno
Se c'è una cosa che guasti un poco,
per noi, le feste di questi giorni, è la strenna ufficiale: i doni
inviati da un gran numero di uomini politici, di organizzazioni
pubbliche, di società private a persone delle quali essi hanno
l'aria di sollecitare o di compensare, in qualche modo, la
benevolenza. [...] Ognuno faccia quello che vuole del denaro proprio:
il denaro dello Stato, invece, quello delle organizzazioni pubbliche,
quello degli azionisti delle grandi imprese non dovrebbe essere
disperso con tanta leggerezza, come accade ora a Natale. Ci sono
istituzioni benefiche, fondazioni culturali che languono per mancanza
di fondi. Ci sono infinite miserie da consolare. Perché non
indirizzare verso uno scopo pratico e socialmente utile le somme
ingenti che servono per le strenne ufficiali?
[...] Le mode del Nord sono scese verso
il Centro e il Sud. L'albero prende sempre più vistosamente il
posto del presepio. A Roma, la Befana non ha più l'importanza di
una volta: i regali vengono scambiati, nella maggior parte delle
famiglie, la sera della vigilia di Natale. Non si fanno doni
soltanto ai bambini e ai parenti più stretti, ma agli amici, ai
conoscenti, a una cerchia sempre più larga di persone. Il
significato religioso della giornata sbiadisce ogni anno di più.
La festa nordica, pagana, del solstizio d'inverno sembra riemergere
dal sottofondo nel quale il culto cristiano insediatosi al suo posto,
l'aveva cacciata molti secoli fa.
Gli usi settentrionali prevalgono: le
carte di Natale, le decorazioni, perfino il modo di confezionare i
pacchetti, di addobbare le vetrine. Il centro di Milano, di Roma,
di Torino assomiglia, in questi giorni, a quello di Londra, di
Parigi, di Nuova York. [...] Le società industriali finiscono per
assomigliare l'una all'altra, quando è passata la prima penosa fase
di sviluppo. I prodotti, le abitudini, i desideri sono dappertutto
presso a poco gli stessi.
Ci accorgiamo, naturalmente, degli
aspetti positivi. La prosperità di queste giornate è il riflesso
di un benessere che si diffonde sempre più. [...] Centinaia di
miliardi vengono spesi nella seconda metà di dicembre non da poche
migliaia di ricchi, ma da milioni di lavoratori. Il doppio
stipendio permette di moltiplicare la spesa, il consumo. C'è chi
mette qualcosa da parte, e chi spende tutto, mentre altri, purtroppo,
non potranno far altro che sistemare vecchi debiti, pesanti scadenze.
Ma, insomma, la maggior parte della gente ha un periodo di limitata
felicità, ed è naturale che faccia quello che crede meglio del
denaro guadagnato. Perfino lo spreco può avere uno scopo.
Vediamo città contente, bambini allegri, minuscole automobili
cariche di pacchi, donne che scendono dagli autobus portando mucchi
di scatole grandi e piccole. Chi ha l'animo così meschino da non
esserne lieto? Se il Natale, sotto l'impulso della civiltà
industriale, tende a ridiventare pagano, esso rivela anche che la
miseria sta a poco a poco scomparendo perfino nei Paesi più poveri
dell'Occidente.
La strenna ufficiale, invece, venga
essa da un ente pubblico o da una grande società privata, è un
costume da censurare severamente. Questo uso non viene, come gli
altri, dai Paesi industriali del Nord, dove è sconosciuto o assai
poco diffuso, ma dalle nostre cattive tradizioni nazionali. Il
lettore vorrà sapere a che cosa esattamente alludiamo, perché la
gente comune ignora la portata di una abitudine che è limitata a
pochi ambienti ristretti. Alludiamo alla cassetta di
liquori..........
Domenico Bartoli
("Epoca" - 25 dicembre 1960)
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