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lunedì 13 dicembre 2010

(1963) Gli Inganni del Cinema




Il cinema è nuovamente in stato di accusa. Sono anni che si sente parlare di “crisi della celluloide”, di “concorrenza sleale” della TV, di rimedi per scongiurare o allontanare lo spettro della bancarotta.
[…] Franco Cristaldi e Morris Ergas, hanno espresso opinioni diametralmente. Per il primo la crisi non esiste, o semmai riguarda solo quei produttori improvvisati i quali, attratti più dal bagliore dei riflettori che da solide considerazioni commerciali, decidono di abbandonare da un giorno all’altro il redditizio mestiere di fabbricanti di stufe a gas o di mediatori di terreni per gettare allo sbaraglio il loro portafoglio nelle sabbie mobili della “Hollywood sul Tevere”. Per il secondo, la crisi è invece un affare serio, che non risparmia nemmeno i professionisti e i veterani, e che è causata non soltanto dalla concorrenza televisiva. Mancano soggetti, mancano idee originali, mancano soprattutto “divi” che esercitino sul pubblico il potere d’attrazione degli anni fortunati.
La verità, come spesso accade, sta probabilmente nel mezzo. Non c’è dubbio che la televisione, ormai introdottasi di prepotenza in oltre tre milioni di case, rappresenti per il “grande schermo” una temibile minaccia. Ma è anche vero che, in questa rivalità, il cinema troppo spesso si difende male, quando addirittura non ricorre a “mezzucci” che finiscono col provocare l’irritazione del pubblico.
Potremmo citare una serie di “fenomeni” che non tornano certamente ad onore dell’industria cinematografica. Ad esempio, dopo aver sfruttato fino all’esasperazione i polpettoni storici e mitologici, alcuni produttori hanno improvvisamente scoperto la risorsa dei documentari “sexy”, delle escursioni nella vita notturna le quali, con la scusa dello spettacolo, assolvono in realtà la stessa funzione di certi periodici illustrati che hanno molta fortuna in Francia e che in Italia si vendono sottobanco o “in busta sigillata”. Il guaio è che non poche di queste pellicole, quasi tutte brutte copie di film che avevano un effettivo valore artistico e documentario come “Mondo cane” o “La donna nel mondo”, rappresentano una vera e propria frode verso il pubblico. I presunti “giri del mondo” sono spesso interamente girati in qualche capannone alla periferia di Roma, sfruttando le compagnie di avanspettacolo dei teatri dei sobborghi, inventando nomi esotici nei titoli di testa, interpolando qua e là ammuffiti inserti d’archivio.
La stessa cattiva abitudine, da qualche mese, sta invadendo anche il campo dei cosiddetti “film del terrore”. [..] qui si tratta di imitare Hitchcock, e pazienza se, si trattasse almeno di imitazioni tollerabili. Purtroppo, il maggior sforzo di immaginazione di produttori e registi sembra quello di escogitare falsi nomi americani e tedeschi dietro cui camuffare le generalità di attori e attrici nostrani alle primissime armi nel settore cinematografico in genere e in quello vampiresco in particolare. […] Sotto la truccatura dei protagonisti, con i nomi zeppi di ics e di ipsilon, non è difficile individuare alcuni noti volti dei romanzi sceneggiati televisivi o dei fotoromanzi settimanali.
[…]

Tiemme
(TV Sorrisi e Canzoni – 30 giugno 1963)

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