I Clay non sono ricchi. Vivono a Louisville nel Kentucky, da sei generazioni, da quando i primi membri della famiglia lavoravano come schiavi nelle piantagioni di Cassius Marcellus Clay, ambasciatore di Lincoln in Russia. Hanno una casa rossa di mattoni - a un piano - con cinque stanze. In ogni stanza ci sono tappeti, e sulla parete intonacata di bianco del salotto campeggia un affresco.
L'autore è il vecchio Cassius Clay senoir, di professione pittore d'insegne per negozi. Suo figlio, Cassius Clay junior, ha appena compiuto ventun anni e nutre ben altre ambizioni. "Nel giorno del Derby passerò in Cadillac per Walnut Street, la strada principale di Louisville", dice, "e tutti mi segneranno a dito e diranno "Quello è Cassius Clay". Ci saranno delle bellissime ragazze, sentirò il profumo dei fiori e l'aria calda della sera. Io sono freddo, ragazzi. Le pupe mi guardano, ma io volto via gli occhi. Io ho meno voglia di conoscere le donne di quanto le donne abbiano voglia di conoscere me, soltanto che loro non lo sanno" Per il giorno del Derby dell'anno prossimo, pensa Clay, sarò il campione del mondo dei pesi massimi.
"Io sono il meglio!" [.....]
"PANORAMA" - giugno 1963
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