Sono più di cinquemila i giovani che in Italia scappano di casa nel giro di dodici mesi, ma il pubblico viene a conoscenza soltanto di una piccola percentuale di casi, perché molti dei fuggitivi vengono rintracciati dopo poche ore e le famiglie fanno tutto il possibile per evitare lo scandalo. […] questi genitori temono le indiscrezioni e i ricami della stampa scandalistica, ricorrono ad ogni mezzo per far tacere gli amici e i vicini (soprattutto se si tratta della figlia che ha deciso di abbandonare il tetto paterno), non si preoccupano molto di conoscere i motivi che hanno indotto il ragazzo a compiere il gesto inconsulto. Temono il giudizio del pubblico più della verità e assumono quasi di regola un atteggiamento sbagliato di fronte al piccolo fuggitivo: prediche solenni e botte. Il risultato è scontato in partenza: il fuggitivo medita una seconda fuga e vive nell’attesa dell’occasione propizia.
Dove vanno questi vagabondi precoci? Le ragazze minorenni puntano generalmente su Roma e sperano di riuscire a infiltrarsi tra le maglie delle illusioni che aleggiano su Cinecittà. Molte altre fuggono durante l’estate e credono nel fatale incontro con un giovane straniero, affascinante e ricco. […] Nel 1962, 850 minori furono “pescati” a Roma e rispediti alle abituali dimore e si può essere certi che quasi tutti sognavano il film, i concorsi di bellezza e ricchezze favolose.
La polizia sa con sufficiente precisione dove potrà trovare i piccoli candidati alla fuga. I parchi pubblici, le sale destinate ai vari giuochi, i circhi equestri, i cinematografi e le sale da ballo: è in questi “centri di attrazione” che il minorenne rischia di perdere l’equilibrio e l’innocenza, è questa la palestra dove si cimentano i ragazzi prima di prendere la grande decisione. Trovano sempre qualcuno che ha già all’attivo un paio di fughe e che decanta l’ideale della libertà senza controlli.
[…] Il corpo di polizia femminile ha svolto da noi già un lavoro eccellente e non si contano ormai i minori che sono stati rintracciati, aiutati e consigliati prima di essere avviati alle loro case. Bisogna potenziare questi servizi, perché è improbabile che negli anni a venire il numero dei fuggitivi minorenni debba diminuire. Tutto indica che il fenomeno assumerà tinte più drammatiche: la glorificazione del denaro, del sesso, del trionfo facile non possono che travolgere deboli barriere che oggi un giovane riesce a innalzare per difendersi dalle mille tentazioni. […]
Bisogna rendersi coraggiosamente conto di un fatto indiscutibile: il ragazzo costruisce e rafforza la propria personalità in relazione ai modelli che può accettare e imitare, ma se non trova in casa questi modelli da ammirare, egli è letteralmente costretto a cercarli altrove. Ricercherà negli albi a fumetti, nel cinematografo o nei racconti dei compagni più anziani. Se non troverà nulla a casa, cercherà di compensare la miseria degli affetti con la ricerca di altri poli di attrazione. Il ragazzo non può fare a meno di questa affannosa ricerca, e sono troppi i genitori che preferiscono aggirare la questione e affermare che sono i fumetti, il cinematografo e le cattive compagnie che ipnotizzano e rovinano i ragazzi d’oggi.
Quando lo psicologo affronta uno di questi giovani fuggitivi, osserva per prima cosa un atteggiamento aggressivo, con il corollario del rifiuto di ogni confidenza. Anche qui è facile prendere una cantonata e dire che rivela semplicemente il rancore l’aggressività denota perversità d’animo, ribellione e tendenza antisociale. Può anche darsi che sia così, ma in troppi casi l’aggressività è una reazione indiretta e dei giovani contro i genitori che non hanno saputo o voluto rimanere all’altezza della situazione. L’aggressività è in questi casi una specie di protesta indiretta, e indica sì che il minore si ribella ai genitori, ma anche che è pronto e aperto per accettare un’altra autorità, quella che potrà ridargli fiducia. Sfortunatamente, quest’altra autorità va cercata tra i compagni più anziani e già corrotti e il risultato non è difficile da immaginare.
Se vi accorgete che vostro figlio o vostra figlia cambiano umore, tendono a isolarsi o a non poter fare a meno di qualche compagno, consideratevi subito in stato di allarme, il vostro ragazzo è maturo per inserirsi tra i cinquemila fuggitivi annui e dipende proprio da voi se riuscirete a trattenerlo a casa. È forse il momento per fare un esame di coscienza prima di dover meditare in lacrime sulla ingratitudine dei figli.
Antonio Miotto
(Settimanale “OGGI” – 17 ottobre)
(Settimanale “OGGI” – 17 ottobre)
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