con: Stefano Satta Flores, Antonio Petruzzi, Rosanna Santoro, Sergio Ferranino, Luigi Barbieri, Flora Carabella, Mimmina Quirico, Marisa Omodei
Regia: Lina Wertmuller
genere: drammatico
soggetto: Lina Wertmuller
sceneggiatura: Lina Wertmuller
fotografia: Gianni Di Venanzo
musiche: Ennio Morricone
montaggio: Ruggero Mastroianni
produzione: Galatea - 22 dicembre
distribuzione: Cineriz
valutazione del CCC: Adulti con riserva (pur non essendo negativo, presenta elementi pericolosi anche per un adulto e merita obiettive riserve morali)
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Per il dizionario, basilisco è un rettile; per la regista Lina Wertmuller, o piuttosto per Federico Fellini che glielo suggerì, è un certo abitante della Basilicata. In realtà, i basilischi del film sono pugliesi, come chiaramente risulta dal loro dialetto; ma non diversi dalla gente della regione vicina. Giocando sul doppio significato, la Wertmuller intende lucertoloni intontiti e addormentati dal sole. L'intenzione polemica è già, dunque, nel titolo; tracciando il canovaccio del suo film, la regista ha voluto descrivere e deplorare il torpore, flaccido e rassegnato, dei giovani che, abbandonati a se stessi, non sanno quale uso fare delle loro interminabili giornate e si trascinano dall'alba al tramonto nella passività neghittosa dei reclusi.
[...] I ragazzi, specialmente, della borghesia, sognatori di fughe e di avventure impossibili, prigionieri dell'ambiente, cacciatori infoiati di donne, ambiziosi senza iniziativa, ribelli senza coraggio, innovatori senza idee. Come polli nella stia, si beccano a vicenda e si tormentano. La chiacchiera a vanvera, dice il fim, è l'esercitazione quotidiana dei basilischi; in qualche modo imparentati ai vitelloni felliniani, i giovani ciondolano tutto il giorno dalle strade al circolo, dal circolo al bar. [...]
Arturo Lanocita
("Domenica del Corriere" - 20 ottobre)
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