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mercoledì 11 maggio 2011

(1963) Novità di Primavera




Dopo aver assistito alle sfilate parigine, viene fatto di pensare che non vi siano stati cambiamenti sensazionali nella moda.   La lunghezza delle gonne, centimetro più, centimetro meno, rimane immutata, e immutata la linea della spalla, tranne che da Dior che, con alcuni modelli, fa il tentativo di lanciare una spalla molto più importante, quasi rigonfia, come se proprio all'attaccatura fosse stata disposta una pagnottina.   In quanto alla linea della vita, come al solito e come abbiamo visto ormai attraverso tante stagioni, non c'è nessuna regola fissa: qualche sarto la sposta verso l'alto, qualche altro la segna al punto giusto, mentre in alcuni modelli vediamo un deciso spostamento verso il fianco.   Eppure, eppure... nulla è cambiato e tutto è mutato e la donna della primavera-estate 1963 è veramente molto diversa da quella dell'autunno-inverno '62.   Più agile, più snella, più fresca, in una parola più giovane.
Molto si deve, naturalmente, alla scelta dei colori, sempre freschi o vivi, con una prevalenza di bianco che è una delle caratteristiche più evidenti della moda della prossima stagione.   I paltoncini quasi sempre diritti o comunque di ampiezza molto controllata, sono realizzati in lane soffici e molto aereate, o in tessuti double-face leggerissinmi, in cui sono accoppiate due tinte tenere, o una tinta chiara col bianco.   Delicati accordi di beige e bianco, verde pisello e giallo limone, rosa pallidissimo e lilla chiaro, danno a questi mantelli primaverili una eleganza giovanile accentuata dall'assenza del collo, dalle maniche corte, dai motivi di tasche applicate o a battente.
I tailleurs hanno giacche di varie lunghezze, molte sono cortissime, altre scendono oltre il fianco, altre ancora hanno il carattere di tuniche diritte, senza appoggio alla vita, appena appena segnata alla punta del fianco da una cintura sottile di cuoio. [...] Molte di queste giacche relativamente lunghe, sono a doppio petto, chiuse da bottoni piuttosto piccoli quando sono numerosi, come avviene in molti modelli.
Per l'eleganza del pomeriggio e della prima sera, la predilezione per i tessuti morbidi e ricadenti e per quelli leggerissimi, impone uno stile di abito particolare che si potrebbe definire "fluido".   I bei cady pesanti, i crespi di seta, richiedono fluttuare di sciarpe e sapienza di drappeggi, per non parlare dei veli e degli chiffons, adoperati in sovrapposizioni, in pieghettature finissime che danno all'abito una levità eccezionale.   Quando poi questi tessuti sono stampati in tinte delicate e preziose si assiste veramente allo sbocciare di donne-fiore o di donne-farfalla, in una esaltazione della femminilità più seducente. [...]
I cappelli che completano abiti e mantelli, sono spesso di linea abbastanza rigida e di dimensioni importanti, a bordi rialzati come le immense "marinare" di Dior, o a cupola sferica che ricorda la linea degli "igloo" polari, ma non mancano acconciature lievissime di fiori, o berretti e caschetti poco impegnativi, posati da un lato, con giovanile malizia.

Vera
("Amicizia" - marzo 1963)
   rivista della Motta s.p.a

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