Se avete materiale che a vostro giudizio, può interessare il blog
e non c'è altro mezzo, per poterlo utilizzare, che quello di acquistarlo,
siamo disposti anche a farlo
contattate
dersu54.g@gmail.com


Si accettano donazioni, scannerizzazioni o registrazioni
Visualizzazione post con etichetta album 1958-63. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta album 1958-63. Mostra tutti i post

lunedì 3 giugno 2013

Compagnia DARIO FO e FRANCA RAME - dallo spettacolo COMICA FINALE pt. 3 (Un morto da vendere) stagione 1958-59

 



[...] è alla fine della stagione della Signora è da buttare (1968) (un vero e proprio record d'incassi) che maturammo la scelta di lasciare le strutture consuete del teatro ufficiale: ci eravamo resi conto che, a parte la reazione becera di qualche reazionario fra i più ottusi, la grande borghesia, alle nostre "sculacciate", reagiva quasi con piacere.   Masochisti?   No, eravamo diventati, senza essercene resi conto, i sollecitatori del loro ruttino digestivo.   Il nostro "fustigare" accentuava la loro circolazione sanguigna, come le nerbate di betulla dopo la sauna ristoratrice.
Insomma, eravamo diventati i giullari della borghesia grassa e intelligente.   Questa borghesia accettava che noi la criticassimo anche in maniera spietata attraverso la satira e il grottesco, ma a condizione che la denuncia dei suoi "vizi" si esaurisse dentro le sue strutture, gestite dal suo potere.   Un esempio di questa logica è stata la nostra partecipazione a Canzonissima: qualche mese prima, sul secondo canale (da poco in funzione e privilegio delle sole classi abbienti), era andato in scena uno spettacolo nostro che aveva per titolo Chi l'ha visto?    In quell'occasione ci avevano permesso di fare una satira a sfondo politico-sociale di una violenza piuttosto inconsueta per la televisione.   Passò tutto senza grandi intoppi, anzi le critiche furono del tutto positive e fummo applauditi "vivamente" da quel pubblico "selezionato".   Ma quando riprendemmo gli stessi discorsi satirici davanti ad un pubblico di oltre 20 milioni di spettatori nella trasmissione più popolare dell'anno, per l'appunto Canzonissima, ci fu il finimondo: i giornali (gli stessi che nella precedente emissione si erano prodigati in applausi) si scatenarono in veri e propri linciaggi.   "È un'infamia, -urlavano, - dare in pasto simili scellerataggini da bassa propaganda politica ad un pubblico tanto sprovveduto e così facilmente influenzabile come è la gran massa televisiva".   Quindi, sollecitati dai comitati civici, dai centri di potere più retrivi, ecco che i dirigenti televisivi ci fecero piovere addosso tagli e divieti di una pesantezza inimmaginabile   Era il massacro dei testi.   Era il ritorno alla censura di marca scelbiana.   Fummo così costretti ad abbandonare clamorosamente la trasmissione.   Preferimmo affrontare i quattro processi. [...]
È il solito discorso: i grandi re, i potenti, che certe cose le capiscono, hanno sempre pagato buffoni di corte perchè recitassero, davanti a un pubblico di cortigiani d'alto livello, filastrocche cariche di umori satirici e allusioni, anche irriverenti, al loro potere, alle loro ingiustizie.
Così i cortigiani potevano ben gridare stupefatti: "Che re democratico! Egli ha la gran forza morale di ridere di se stesso!"   Ma sappiamo bene che, se quel buffone avesse avuto l'impudenza di uscire dalla corte per andare a recitare e a cantare quelle stesse satire in piazza davanti ai contadini, agli sfruttati, agli operai, allora il re e i suoi leccapiedi l'avrebbero subito pagato di ben altra moneta.   Perché ci si può prendere gioco del potere, ma se lo fai all'esterno ti bruciano!
[...]
Franca Rame
(testimonianza apparsa su "Le commedie di Dario Fo" - Giulio Einaudi editore, 1975)
 
 
 
look at commenti

Compagnia DARIO FO e FRANCA RAME - dallo spettacolo COMICA FINALE pt. 2 (La Marcolfa) stagione 1958-59



[...]
In più di un'occasione rischiammo di non poter andare in scena.   Il debutto di Aveva due pistole, spettacolo che trattava della connivenza fra fascismo e borghesia, tra malavita organizzata e potere,  venne bloccato da un intervento pesantissimo della censura che ci massacrò letteralmente il testo.   Decidemmo di andare in scena egualmente senza tenere in alcun conto i tagli.   Ci fu un braccio di ferro piuttosto teso tra noi e la prefettura di Milano che ci minacciò di arresto immediato, ma alla fine, preoccupato dello scandalo che ne sarebbe venuto, il Ministero tolse i tagli.   Il copione degli Arcangeli ci fu sequestrato per le troppe battute a soggetto che avevamo aggiunto (non autorizzati) nello spettacolo.   Per quel testo collezionammo "rapporti al questore" di ogni città dove si lavorava, per un totale di 280, tante quante furono le repliche.   Io fui denunciata per una battuta contro i militari nello spettacolo su Cristoforo Colombo.   Sempre durante le repliche del Colombo, fummo aggrediti dai fascisti all'uscita del teatro Valle a Roma e, stranamente, la polizia di servizio, in quell'occasione, era sparita.   Dario venne addirittura sfidato a duello da un ufficiale dell'esercito d'artiglieria a cavallo, per battute offensive all'onore dell'esercito italiano, e da quel pazzo che è sempre stato accettò la "tenzone", a patto che il duello si svolgesse a piedi nudi, in un incontro di box tailandese, di cui si vantava campione regionale.   L'ufficiale di artiglieria ippotrainata non si fece più vedere.   Ma, a parte le storielle amene, pur lavorando nel "teatro ufficiale", i guai e le difficoltà ci piovevano addosso a valanga, i reazionari e i conservatori non riuscivano a digerire certe "violenze satiriche" dei testi che rappresentavamo. [...]
Sempre di più il nostro teatro diventava provocatorio, non lasciava nessuno spazio al teatro "digestivo", i reazionari si imbestialivano, in più di un'occasione scoppiavano risse tra gli spettatori, i fascisti tentavano di far nascere risse in platea.   Il questore di Siena fece prelevare Dario al termine di una rappresentazione da due carabinieri, perchè aveva offeso un capo di Stato (Johnson) nella Signora è da buttare.   Si potevano fare critiche di ogni genere al nostro teatro, ma bisogna ammettere che il nostro era un teatro vivo, dove si parlava di "fatti" di cui la gente aveva bisogno di sentir parlare.   Per questo e, per il linguaggio diretto da noi usato, il nostro era un teatro popolare.
Il pubblico cresceva di numero ad ogni spettacolo.   Dal 1964 al '68 siamo sempre rimasti in testa a tutti gli incassi delle maggiori compagnie italiane, ed eravamo tra quelli che tenevano i prezzi più bassi. [...]
Franca Rame
(testimonianza apparsa su "Le commedie di Dario Fo" - Giulio Einaudi editore, 1975)

look at commenti

Compagnia DARIO FO e FRANCA RAME - dallo spettacolo COMICA FINALE (Quando sarai povero sarai re/I tre bravi) stagione 1958-59




[...] la nostra vera svolta, quella che davvero ha contato, noi (io e Dario) l'abbiamo fatta proprio all'inizio della nostra strada, ventidue anni fa, quando con Parenti, Durano e Lecoq abbiamo debuttato con Il dito nell'occhio. Erano i tempi di Scelba e il suo "culturame", di Pacelli (papa) con i suoi comitati civici, i tempi della censura totale. I questori e i vari ministri, sbirri e vescovi se ne accorsero subito: eravamo "una compagnia di comunisti" e facevamo "propaganda rossa". Ogni sera c'era in sala un commissario che controllava parola per parola il testo, e il Ministero dello spettacolo ci faceva saltare le piazze, i gestori di sale più reazionari ci negavano i teatri, i vescovi, tipo quello di Vicenza, davano ordine alla questura perché si strappassero i nostri manifesti affissi nella città. Sulle porte delle chiese nel bollettino degli "spettacoli sconsigliati" c'era sempre sottolineato il dito nell'occhio. E questa caccia al "comunista nemico della civiltà e di Maria" continuò per anni e anni con tutti gli altri spettacoli. Ma gli operai, gli studenti e la borghesia progressista venivano a vederci sempre di più, ci applaudivano, ci sostenevano, permettendoci così di andare avanti, di imporci nonostante la mancanza assoluta di "premi d'avvio" o "premi finali".

Ecco il nostro cammino:
  • 1953-54: Il dito nell'occhio (parenti-fo-durano);
  • 1954-55: Sani da legare (parenti-fo);
  • 1958-59: Ladri, manichini e donne nude;
  • 1958-59: Comiche finali;
  • 1959-60: Gli arcangeli non giocano a flipper;
  • 1960-61: Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri;
  • 1961-62: Chi ruba un piede è fortunato in amore;
  • primavera '62: Chi l'ha visto (in tv sul secondo canale);
  • autunno '62: Canzonissima;
  • 1963-64: Isabella, tre caravelle e un cacciaballe;
  • 1964-65: Settimo ruba un pò meno;
  • 1965-66: La colpa è sempre del diavolo;
  • 1966-67: Ci ragiono e canto;
  • 1966-67: La passeggiata della domenica;
  • 1967-68: La signora è da buttare;
Franca Rame
(testimonianza apparsa su "Le commedie di Dario Fo" - Giulio Einaudi editore, 1975)




look at commenti

sabato 27 aprile 2013

ANNA PROCLEMER e GIORGIO ALBERTAZZI - brani scelti da LA FIGLIA DI JORIO

 


La maggior parte degli spettatori che ieri sera avevano riempito in ogni angolo disponibile la platea dell'Odeon, era costituita - ho voluto guardar bene in viso chi, lanciando fiori, assediava la ribalta per acclamare Anna Proclemer e con lei, protagonista fiammeggiante, tutti gli interpreti della Figlia di Jorio - da gente molto giovane che, in un certo senso "scopriva" Mila e Aligi, Lazzaro di Rojo, Candia della Leonessa e Ornella, e che, con tutta probabilità ha avuto, per cento e uno motivi, una educazione sostanzialmente antidannunziana.[...]
Pubblico di giovani, un regista giovane, interpreti giovani. [...] Non credo che Squarzina per conto suo, e soprattutto Anna Proclemer siano cresciuti in un particolare clima di simpatie dannunziane.
[...] Ringraziamoli per avere osato la traversata dell'Oceano, loro, figli di una civiltà per tanti lati apparentemente diversa da quella in cui si macerarono i profumi dannunziani, in cui si modellarono i suoi sontuosi vocabolari,  in cui al tanto oro si mescolò tanta porporina.   Battendo ieri sera le mani alla loro prova, li ho salutati come, chi sta un pò sospettoso a riva, saluta, quando tornano alla superficie delle onde, risalendo dagli abissi popolati di piovre, di murene, di squali e di meduse - queste sono le cento trappole in cui può farci incappare l'oceano dannunziano - saluta, ripeto, i pescatori che buttano a riva una meravigliosa manciata di perle.
[...]
Orio Vergani
(dalla cover del disco che riporta l'articolo apparso su "Il Corriere della Sera")






side a)
  1. Dedica
  2. Laudato Gesu e Maria! (atto 1°, scena 2ª)
  3. Aiuto, per Gesù Nostro Signore! (atto 1°, scena 5ª)
  4. Io pur dissi (atto 1°, scena 5ª)
  5. O Cosmo, uomo di Dio (atto 2°, scena 2ª)


side b)
  1. Aligi, Aligi (atto 2°, scena 3ª)
  2. Ma voi madre chiamare non più m'è dato (atto 3°, scena 3ª)
  3. Madre d'Aligi, sorelle d'Aligi (atto 3°, scena 4ª)




cover (LA VOCE DEL PADRONE - QELP 8045)
look at commenti

LA VOCE DEL PADRONE - QELP 8045
look at commenti

ANNA PROCLEMER - LA CONFESSIONE DI TEMPLE DRAKE

 


Come ogni vero artista, e più ancora un attore, è un attore importante solo quando risulta interprete della propria generazione e testimone del tempo in cui opera.   Lasciamo stare certe mostruose rarità - La Duse, Ruggeri -  strumenti miracolosi capaci di evolvere e mutare con sensibilità anticipatrice, parallelamente al flusso incessante delle mutazioni d'una cultura, d'un gusto, d'un costume; sempre diversi e nuovi, talora addirittura contradditori, oggi da ieri e domani da oggi.
[...] Ogni attore sarà e deve essere figlio e documento della prorpia stagione anche a costo di esaurirsi in essa.
Ancora ben difese le posizioni contemporanee da una valida pattuglia di interpreti formatisi e affermatisi fra le due guerre, il nostro teatro presenta viceversa una carenza preoccupante - si parla degli alti livelli ben s'intende - per quanto riguarda le nuove leve, quelle in cui la generazione del dopoguerra aspetta di riconoscersi e di confessarsi.   L'unica autentica, diciamo pure la parola, grande attrice della ultima e presente generazione è proprio Anna Proclemer.   Lo è per le sue straordinarie qualità, lo è, perfino, per certe peculiarità e sofisticazioni destinate forse a rivelarsi la parte caduca di questa tormentata età.
Nella biografia di ogni attore esiste un personaggio che funge da catalizzatore dei suoi più segreti impulsi espressivi, che lo rivela a se stesso e sul quale verifica, manifesta e condiziona la propria arte.
Per la Proclemer questo personaggio fu la protagonista del "Requiem per una monaca" di Faulkner, [...]
Carlo Terron
(dalla cover del disco)
 
 
 
 
cover  (LA VOCE DEL PADRONE - QFLP 4099)
look at commenti
 
LA VOCE DEL PADRONE - QFLP 4099
look at commenti

venerdì 26 aprile 2013

ANNA PROCLEMER - RECITAL (1960)

 


L'arte di Anna Proclemer è contemporanea degli ultimi e più notevoli sviluppi del teatro italiano; essa ne segue , o ne anticipa, le direzioni più feconde.   Appena diciottenne, a guerra già iniziata, la Proclemer esordì con la più filtrata, intellettuale e misteriosa commedia di Bontempelli, "Minnie la candida", in una interpretazione che stupì la critica per la fredda, impeccabile stilizzazione del singolare personaggio.   Talchè, pur riconoscendo nella debuttante una personalità delle più originali, molti si forgiarono di lei un cliché limitato, di attrice letteraria e intellettualistica; cliché cui conferiva qualche attendibilità il volto dell'attrice, di un pallore irreale, su cui spiccava, in nitido contrasto, il nero degli occhi e dei capelli.   Colpiva anche il perfetto controllo che l'esordiente sapeva esercitare su ogni suo gesto, in una età facilmente incline alle esuberanze del sentimento.   Ma il passo decisivo nella carriera della Proclemer fu compiuto nella compagnia Ricci, con una interpretazione della figura di Gonerilla nel "Re Lear" shakespeariano, che apparentemente sovvertiva i ricorrenti luoghi comuni sulla sua arte, della quale era invece la maturazione e il completamento.  
Lucida e sensuale, autoritaria e tuttavia travolta dal suo destino, ma priva di umana giustificazione nella sua cattiveria, quella di Gonerilla rimarrà a lungo nella nostra memoria, per la inusitata e chiarificatrice dimensione che acquistò nel dramma, e che laureò la Proclemer tra le attrici tragiche più dotate della scena di oggi, ponendo la sua candidatura all'interpretazione di personaggi tra i più alti e difficili del teatro di prosa, quali Mila di Codra in "La figlia di Jorio", di D'Annunzio, Temple Drake in "Requiem per una monaca" di Faulkner e Camus, la Signora Alving in "Spettri" di Ibsen.   Personaggi che non vengono solo fedelmente illustrati ma ricreati in piena e consapevole libertà, da un'attrice in cui tecnica e istinto, cultura e temperamento, lungi dall'escludersi si fondono in uno stile affascinante.
[...]
Giorgio Prosperi
(dalla cover del disco)
 
 
 
 
 
 
Side a)
  1. L'addio (dall'"Antigone" di Sofocle)
  2. Il pianto della Madonna (Jacopone da Todi)
    with Davide Montemurri e Gianni Galavotti
  3. Giulietta e Romeo - atto 2°, scena 2ª (Shakespeare)
 
Side b)
  1. Nina - atto 4° (dal "Gabbiano" di Cecov)
  2. Scena del processo (da "Santa Giovanna" di B. Shaw)
    with Gianni Galavotti
  3. Francesca da Rimini - atto 1° (G. D'Annunzio)
 
 
 
cover (LA VOCE DEL PADRONE - QFLP 4098)
look at commenti
 
LA VOCE DEL PADRONE - QFLP 4098
look at commenti
 
     
 

domenica 25 dicembre 2011

COMPAGNIA DEL TEATRO DI EDUARDO - NATALE IN CASA CUPIELLO (commedia in tre atti) (1962)




NATALE IN CASA CUPIELLO nacque come atto unico nel 1930, quando la prima compagnia De Filippo fu scritturata a Napoli, in avanspettacolo.   Scrivendo dovetti farmi forza per contenere il soggetto in un solo atto.   La figura di Luca Cupiello, le sue vicende, mi ispiravano un interesse, una tenerezza straordinaria, che non si sono ancora spenti in me, dopo tutti questi anni.   Ma non c'era niente da fare: Luca e la sua famiglia, per esigenze di spettacolo, dovettero accontentarsi di un tempo limitato.   In seguito, quando la nostra compagnia fu libera da tali esigenze, aggiunsi un altro atto, il primo.   Già, perchè l'atto unico divenne il secondo atto.   Più in là nel tempo, giacché continuavo a sentire che l'argomento non aveva ancora avuto uno sviluppo completo, scrissi il terzo atto. [...]

Eduardo


ATTO PRIMO
A Napoli, oggi.
La camera da letto di Luca Cupiello.   Il letto matrimoniale è quasi nel mezzo, verso destra, poco discosto dalla comune.   Un lettino a sinistra.   Un paravento è messo a lato del lettino dove, raggomitolato e coperto fino alla testa, dorme Nennillo.   Un balcone a sinistra.   Dai vestri si scorge la neve cadere a fiocchi.   In primo piano verso sinistra, un tavolo con sopra un presepe in fabbricazione.   Accanto ad esso una sedia con sopra pennelli, carta colorata, sugheri, chiodi, forbici e una lattina contenente colla bianca fatta di farina.   Un comò a destra con sopra un'immagine sacra con lumino.   Due candelieri ed altre figurine messe con bella cura e devozione.   Un attaccapanni a muro a destra sul quale è attaccato il paltò di Concetta, una pelliccetta spelacchiata e il cappellino sdrucito ma dignitoso.   A destra una porta.
Sono le 9 del mattino del 23 dicembre.   Luca dorme nel letto matrimoniale mentre il lato sinistro, accanto a lui, è in disordine e ancora con i lembi della coperta rivoltati.   All'alzarsi del sipario lunga pausa.   Luca russa profondamente addormentato.   Infine si apre la porta di destra ed appare Concetta non ancora completamente vestita e con uno scialletto di lana sulle spalle infreddolite.
Ha una tazzina in mano, e paziente, rassegnata, calma, si avvicina al lato del marito.


disco 1
lato a)
  • Atto primo (parte prima)
lato b)
  • Atto primo (parte seconda)

ATTO SECONDO
Una piccola camera da pranzo borghese.   Comune in fondo.   Il presepe ormai completato, troneggia a destra.   A sinistra un buffet sul quale vi sono piatti di dolci, frutta, ecc.  La tavola imbandita.   Un lampadario è nel mezzo acceso.   Le "catenelle" di carta colorata si avvolgono attorno ad esso dando una nota caratteristica ed allegra all'ambiente.   Concetta è seduta e pulisce della verdura che ha raccolta in grembo e che va mettendo, man mano che è pulita, nell'insalatiera che è sulla tavola.   Raffaele è vicino a lei col berretto fra le mani.

disco 2

lato a)
  • Atto secondo


ATTO TERZO
Ancora la camera da letto di Luca Cupiello.   Tre giorni dopo quella disastrosa Vigilia di Natale.   Luca è a letto quasi privo di sensi.   La realtà dei fatti ha piegato come un giunco il provato fisico dell'uomo che per anni aveva vissuto nell'ingenuo candore della sua ignoranza.   Con la schiena sostenuta da quattro o cinque guanciali, con il mento puntellato al centro del petto, Luca Cupiello si è da poco appisolato, dopo una notte passata completamente in bianco.
Concetta siede a destra, sulla poltrona, circondata da Donna Carmela, Olga e la Signora Armida Romaniello: tutte amiche che evidentemente l'hanno confortata per tutta la notte.
A sinistra, seduti sul letto di Tommasino, si trovano Rita, Maria e Alberto, anch'essi coinquilini volenterosi e solidali.   Mentre le donne raggruppate a destra parlano sommessamente dell'accaduto, con interesse e comprensione, il gruppo più giovane a sinistra bisbiglia qualche cosa di superficiale e generico che evidentemente interessa loro personalmente.
Dopo una breve pausa, la porta in fondo si apre e appare Raffaele, il portiere.   Reca una guantiera con sei tazze spaiate, cucchiaini e piattini.   Avanza con passo accorto, perchè stringe nell'altra mano una caffettiera colma di caffè, il cui manico è stato ricoperto da un piccolo straccio che ha funzione di isolatore.
Raffaele si avvicina al gruppo di destra per iniziare la distribuzione della bevanda.

disco 2

lato b)
  • Atto terzo


cover (ISTITUTO INTERNAZIONALE DEL DISCO - TE 53)
look at commenti


ISTITUTO INTERNAZIONALE DEL DISCO - TE 53
look at commenti




domenica 11 dicembre 2011

AA.VV. - CHRISTMAS IN ITALY




Il Natale in Italia ruota interamente attorno alla religione. Praticamente ogni casa dispone di un proprio presepio (una ricostruzione in miniatura della capanna con mangiatoia in cui nacque il Bambin Gesù), costruito con cura e attenzione da parte dei bambini della famiglia. In generale, il presepio ha la sua collocazione, su di un tavolo in un angolo del salotto. Non ne esistono due che siano abbastanza simili.
La vigilia di Natale, a mezzanotte, le chiese sono aperte e le campane mandano i loro rintocchi attraverso la limpida aria di dicembre. Famiglie intere affollano le strade per assistere a questa Messa speciale.
E poi, all'inizio del pomeriggio del 25, arriva il grande Pranzo (il lauto pasto del giorno di Natale) con cappone, ravioli e lasagne. Il tanto atteso pasto pieno di delicatezze, capitone marinato, anguilla marinata, è servito con abbondanza di buon vino. Con il tempo il "dolce del natale" è servito (panettone, una grande torta con uvetta) insieme al torrone; ognicosa viene consumata - e tutto è pronto per una breve siesta.
Il lussuoso Pranzo di Natale ha una parte così importante nel rispetto natalizio, che le famiglie italiane più povere, se necessario, impegnano i loro mobili per mangiare e bere nel proprio stile - e spirito - della stagione.
I bambini italiani non ricevono i loro giocattoli e regali fino al 6 gennaio - la data si basa sulla leggenda che, al sesto giorno del nuovo anno, i tre re Magi, giungono alla capanna per adorare Gesù Bambino, portando i loro doni.
Babbo Natale è sconosciuto in Italia.   Gli italiani sono orgogliosi della Befana, una vecchia strega, come la donna che si dice viaggi rapidamente su una scopa.   Entra nelle case attraverso il camino, e si affretta a lasciare solo un sacchetto di cenere e carbone per le ragazze e i ragazzi il cui comportamento non è stato buono durante l'anno.
[...]

Questa musica, incisa in Italia, rappresenta nella maniera più autentica lo spirito del Santo Natale tale come questa festa ispirata è osservata annualmente attraverso l'Italia.
Al suono di questo disco pare quasi di vedere la figura della Befana, il pranzo delizioso e il Presepe commovente.
In queste melodie di Natale c'è un sentimento di bellezza e venerazione sentito raramente nelle altre stagioni dell'anno, perchè questa è musica dedicata al Bambino Gesù ed arriva perciò al cuore di tutti - i bambini, i genitori e i nonni.   La Ditta Capitol è orgogliosa di avere il privilegio di presentare questo disco al pubblico americano.
Buon Natale!

dal 'back cover' del disco




Lato a)
  1. È nato Gesù (del pistoia)
    Coro di Alunne della Piccola Casa San Giuseppe
    accompagnate dal complesso speciale Del Pistoia
    -
  2. Buon Natale (del pistoia)
    Coro di Alunne della Piccola Casa San Giuseppe
    accompagnate dal complesso speciale Del Pistoia
    -
  3. Pastorale (buondonno su trad. melodia napoletana)
    orch. Gian Mario Guarino
    -
  4. Presepe (buondonno)
    orch. Gian Mario Guarino
    -
  5. Notte sacra (silent night) (gruber-zanon)
    Alvaro Cordova e coro - orch. G.M. Guarino
    -
  6. Bianco Natale (white christmas) (berlin-devilli)
    Alvaro Cordova e Coro di Alunne della Piccola Casa San Giuseppe
    accompagnate dal complesso speciale Del Pistoia



Lato b)
  1. La ninna nanna a Gesù (trad)
    R. Lipparini (tenore); Cleva (soprano) e coro
    -
  2. La stella di Betlemme (del pistoia)
    Coro di Alunne della Piccola Casa San Giuseppe
    accompagnate dal complesso speciale Del Pistoia
    -
  3. Alla luce d'una stella (stella-pende)
    Cappella Musicale della Basilica di San Francesco in Assisi
    -
  4. Campane di Natale (varotti-evangelisti)
    Cappella Musicale della Basilica di San Francesco in Assisi
    -
  5. Cantico d'amore (del pistoia)
    Coro di Alunne della Piccola Casa San Giuseppe
    accompagnate dal complesso speciale Del Pistoia
    -
  6. Dolce risveglio (del pistoia)
    Coro di Alunne della Piccola Casa San Giuseppe
    accompagnate dal complesso speciale Del Pistoia




cover (Capitol - DT 10093)usa
look at commenti


Capitol - DT 10093
look at commenti

sabato 27 agosto 2011

SANDY BULL - FANTASIAS FOR GUITAR AND BANJO (1963)




Queste registrazioni, evidenziano l'abilità di Sandy Bull e la sua crescente ricerca nelle tradizioni, fino al punto, che il suo stile potrebbe essere definito interculturale.
Bull ha iniziato come banjsta con radici nel patrimonio folk americano.   Progressivamente ha ampliato i suoi interessi: jazz, musica araba, musica indiana [...]
In questo dialogo continuativo con il batterista Billy Higgins, si intersecano elementi di ritmo jazz, fraseggi di folk americano, musica indù e musica araba.
I pezzi sono una vera "fantasia" nel senso in cui questa forma si è evoluta nella musica inglese - un lavoro "liberamente costruito dalla fantasia, e non legato ad imposizioni musicali".   Questa performance impegnativa indica alcune delle possibilità che questo tipo di compenetrazione culturale è in grado di produrre nei prossimi anni.
[...]

Nat Hentoff
dal 'back cover' del disco




Lato a)
  1. Blend (bull)


Lato b)
  1. Carmina Burana fantasy (based on Carl Orff)
  2. Non nobis domine (byrd)
  3. Little Maggie (p.d.)
  4. Gospel tune (p.d.)


cover (VANGUARD - VSD-79119)usa
look at commenti

VANGUARD - VSD-79119
look at commenti


lunedì 22 agosto 2011

NINO IMPALLOMENI - COME TE NON C'È NESSUNO (1963




Lato a)
  1. Come te non c'è nessuno (migliacci-vassallo)
  2. Attesa (the big hurt) (shanklin)
  3. Amour, mon amour, my love (malgoni)
  4. Caravel (impallomeni)
  5. Topolino (botkin)
  6. Giovane, giovane (donaggio)
  7. Ancora un pò (rosignoli)
  8. Non costa niente (sciorilli)

Lato b)
  1. Il domani è nostro (de vita)
  2. America latina (lojacono)
  3. Tutto va bene (pisano)
  4. Uno per tutte (renis)
  5. Tu che sai di primavera (leoni)
  6. Sherry (gaudio)
  7. Non sai (gledas)
  8. La canzone che piaceva a te ( calise)


cover (REGAL - QRX 9018)
look at commenti

REGAL - QRX 9018
look at commenti

sabato 20 agosto 2011

WALTER CHIARI - IL TEATRINO DI WALTER CHIARI vol 1 (1963)




[...]
Ed ecco qui, caro Walter, il tuo primo disco, il primo della serie del tuo "Teatrino".   Se mi volto indietro per ripercorrere col pensiero il cammino fatto, non posso che qualificarmi come un vero campione di tenacia e, perchè no, anche di fede in me stesso.   Volevo persuadere Walter Chiari ad incidere dischi e sono riuscito a vincere le sue esitazioni, le sue riluttanze, ed anche le sue... fughe.
Ma ora ho il mio premio.    E quale premio.   Walter Chiari non è soltanto l'attore bravo ed intelligente che conosciamo, ma soprattutto la quintessenza della simpatia.   È con questa carica di simpatia impetuosa, oserei dire travolgente, che Walter Chiari conquista il suo pubblico.
Dopo una giornata di intenso lavoro, chi non desidera un'ora di sollievo, di distensione, di buon'umore?   Walter vi scaccia la stanchezza e vi fa sorridere, ridere; quando si ride tutto sembra più bello e più facile.   E Walter fa ridere, ma fa anche pensare, perchè è un attore completo, che trae i suoi spunti dalla vita vera, e li colorisce, li anima.   Perchè questo è il segreto dell'arte di Walter e della immensa simpatia che suscita: anche con la risata arriva al cuore di chi l'ascolta.   È l'amico che ci prende allegramente sottobraccio e ci dice: "Senti...".  E noi l'ascoltiamo, dimentichiamo i guai e le preoccupazioni e vorremmo non smettere più, lui di parlare e noi d'ascoltare.
[...]

Angelo Rognoni
dal 'back cover' del disco




Lato a)
  1. Il vecchio contrabasso
  2. Il sommergibile
  3. Ciccio ha preso la patente (*)

Lato b)
  1. Ciccio e la storia greca (*)
  2. I film western
  3. Al telefono
  4. La strana malattia di Ciccio (*)

(*) with Carlo Campanini


cover (RCA ITALIANA - 30L 509)
look at commenti

RCA ITALIANA - 30L 509
look at commenti

venerdì 19 agosto 2011

CHECCO DURANTE - LE PIÙ BELLE POESIE (1963)




"... Tutte le sere, seguendo un'usanza antica, asai bella, l'attore regala la dizione di alcune sue poesie romanesche, e il pubblico non se ne stanca, ne chiede altre ed altre ancora.   Vediamo la poesia in funzione, come fatto pratico e ricercato: una cosa sorprendente e simpatica..."
Anton Giulio Bragaglia del "Corriere Lombardo"


"A me la poesia di Checco Durante dà una strana sensazione: mi ricorda il buon pane casalingo di una volta, fragrante e sostanzioso: quello che la mia povera mamma soleva impastare nella madia con le sue mani benedette".
A. Rovinelli

"...il suo eloquio, la sua mimica si esauriscono di una atmosfera che si potrebbe definire trilussiana.   Ricordo, di lui, una spiritosa filastrocca a S. Giuseppe "frittellaro", dove motivi di ossequio religioso al Padrono festeggiato si mescolano in maniera irresistibile ad altri di popolaresco umorismo non scevro, al momento giusto, di una piccante demagogia."
V. Talarico (roma)

dal 'back cover' del disco





Lato a)
  1. La befana
  2. L'urtima carica
  3. Er negozio chiuso
  4. La guera
  5. Er seconno diluvio
  6. Chi more giace...
  7. Er fattaccio (giuliani)

Lato b)
  1. A lo specchio
  2. Ponto Mollo
  3. La rivincita di Ponte Mollo
  4. 'na piena ar cinematografo
  5. Arispara er cannone a mezzogiorno
  6. L'operazione
  7. San Giovanni
  8. Papa Giovanni
  9. La preghiera a San Giuseppe

cover (VIK - KLVP 126)
look at commenti

VIK - KLVP 126
look at commenti

TURI FERRO - CENTONA DI NINO MARTOGLIO (1963)




È ormai inutile ricordare ancora una volta come Turi Ferro rappresenti l'ultimo anello di quella serie di grandi attori siciliani che va da Giovanni Grasso ad Angelo Musco.
Il repertorio teatrale e poetico sicialiano trova in lui un interprete che alla sensibilità di lettore attento, intelligente e moderno accoppia l'impeto di un temperamento spontaneo e spregiudicato.


...Nino Martoglio è per la Sicilia quello ch'è il Di Giacomo e il Russo per Napoli; il Pascarella e Trilussa per Roma; il Fucini per la Toscana; il Selvatico e il Barbarani per il Veneto: voci native che dicono le cose della loro terra, come la loro terra vuole che siano dette...
                                                    Luigi Pirandello


dalla cover del disco




Lato a)


Lato b)
commento musicale di Dora Musumeci



cover (RCA ITALIANA - 30L 506)
look at commenti

RCA ITALIANA - 30L 506
look at commenti

mercoledì 17 agosto 2011

GILBERT BECAUD - À L'OLYMPIA (1963)

Stagione 1963-1964
(registrazione realizzata in diretta all'Olympia il 17 ottobre 1963)



Lato a)
  1. Heureusement, y'a les copains (delanoe-becaud)
  2. Si j'avais une semaine (delanoe-becaud)
  3. Trop beau (amade-becaud)
  4. Viens danser (delanoe-amade-becaud)
  5. La grosse noce (vidalin-becaud)
  6. Les tantes Jeanne (vidalin-becaud)
  7. Le bateau blanc (vidalin-becaud)

Lato b)
  1. Dimanche a Orly (delanoe-becaud)
  2. La route (aznavour-becaud)
  3. Toi (amade-becaud)
  4. Quand Jules est au violon (vidalin-becaud)
  5. Je t'attends (aznavour-becaud)
  6. Et maintenant (delanoe-becaud)
  7. La ballade des baladins (amade-becaud)


cover (LA VOIX DE SON MAITRE - FCLP 121)
look at commenti


LA VOIX DE SON MAITRE - FCLP 121
look at commenti