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giovedì 28 gennaio 2010

(1958) - Comincia l'era Merlin

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Uomini e donne di ogni tipo sono sfilati nei giorni scorsi negli uffici della squadra mobile, in quasi tutte le questure d’Italia. Hanno ascoltato la lettura d’un testo che conoscevano a memoria e, prima di uscire, hanno dovuto mettere “una firmetta per presa di conoscenza” in calce alla legge Merlin. Il 20 settembre finisce l’età della tolleranza. Il giudice, che finora non poteva calcare la mano sui lenoni da strada mentre ce n’erano altri patentati, autorizzati, ricchi e impuniti, avrà tutti uguali innanzi a sé gli sfruttatori. E potrà comminare pene gravissime: reclusione da due anni a sei, multe da 100 mila lire a quattro milioni: il doppio della pena se la vittima sia minorenne o minorata, o se il reato sia connesso con la violenza o l’inganno; domicilio coatto, diffide, vigilanza speciale a discrezione dei questori per i recidivi ed i sospetti. I lenoni non si rassegnano a questo cambiamento di clima: alcuni di loro si sono ritirati a vita privata, ma i più continuano a tenere i fili del “mercato” che la legge stronca. In molte località di montagna o balneari, fuori mano, ville ed alberghetti hanno cambiato padrone. Tra gli annunci economici dei giornali compaiono ambigue offerte di garconnières. La polizia sta indagando, a Roma, sull’aumento dei canoni d’affitto per gli appartamentini “persona sola” e sulla strana moltiplicazione degli “istituti di bellezza”.
Il 20 settembre si mura la porta di un’istituzione ben radicata nel costume. Decenni di storia, vigorose correnti di pensiero le sono passate intorno senza scalzarla. Non c’è legge che abbia impegnato gli italiani nella discussione più della legge Merlin, ed abbia fatto sentire la presenza del Parlamento fino negli strati più umili della popolazione. […] Nelle caserme girano i fogli per la raccolta delle firme (per la riapertura): ce ne vogliono 50 mila per dar vita all’iniziativa popolare in sede legislativa. Sarebbe il primo esempio in Italia: per la prima volta, uscita dalla porta del Parlamento, una legge vi rientrerebbe dalla finestra.
Ma è possibile il ritorno al passato? Soltanto l’Argentina ha riaperto dopo una breve esperienze abolizionista. Un autentico plebiscito è in corso da quasi ottant’anni nel mondo civile contro le “case”. Prima a chiuderle fu la Gran Bretagna nel 1875, vent’anni dopo la Norvegia, nel 1901 la Danimarca, nel 1907 la Finlandia, nel 1912 la Bulgaria, nel 1918 la Russia, nel 1919 la Svezia, nel 1946 la Francia, nel 1948 il Belgio, nel 1949 l’Egitto, nel 1956 la Spagna, l’anno dopo il Giappone. L’Italia arriva quasi ultima con i sigilli. San Domingo e Costa Rica ci hanno preceduto; solo l’Austria e il Portogallo, in Europa, sono rimasti dietro di noi.
[…] Sono duemilaseicento le ragazze che la legge Merlin pone ora di fronte alle nuove responsabilità. […] “Dove volete che andiamo? Continueremo a fare ciò che abbiamo fatto sinora” hanno risposto nella grandissima maggioranza dei casi (75 su cento). Hanno figli, genitori, protettori da mantenere: il marciapiede le attende. “Non vi interessa entrare negli istituti di rieducazione?” chiedeva la polizia. Nove su dieci hanno risposto di no. […]
“È presto per giudicare la legge Merlin” commenta il questore di Milano, “ma ho il dubbio che non tutte le donne cui s’indirizza siano all’altezza della sua nobile ispirazione”. […]

Gigi Ghiotti
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Estratto da “L’EUROPEO” settembre 1958
Ripubblicato su “GIORNALISMO ITALIANO 1939-1968” a cura di Franco Contorbia – Arnoldo Mondatori Editore (I Meridiani), 2009
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