sabato 30 ottobre 2010
(1963) Il Lungo Assedio
Inchiesta tra gli Studenti Universitari che hanno Occupato le Facoltà di Architettura
Nel piccolo Alcazar degli universitari romani si respira già aria di vittoria, ma nessuno abbandona il campo. Picchetti di vigilanza agli ingressi. Squadre di scioperanti che riposano a turno sui materassi pneumatici buttati sopra i tavoli da disegno. L'enorme fabbricato di stile littorio, isolato sopra gli alberi di Valle Giulia, è ancora un bivacco vociante di giovanotti con la barba lunga e di ragazze che distribuiscono coperte, giornali, panini.
L'assedio è praticamente finito, si entra e si esce, ma fuori c'è ancora una cintura di sicurezza fatta di camionette color mostarda e di carabinieri che passeggiano in coppia, giorno e notte.
Una delle più strane agitazioni sindacali di questi anni si avvia alla conclusione. La parola fine non spetta più agli studenti. L'ultimatum posto dall'autorità accademica è scaduto da una settimana ma non è accaduto niente di nuovo. Sui tabelloni coperti di rosse scritte programmatiche, il comitato di agitazione incolla intanto i telegrammi di solidarietà spediti ai combattenti romani dai colleghi che a Milano e a Torino hanno già avuto partita vinta.
Si aspetta e si discute. L'assemblea generale si riunisce almeno un paio di volte al giorno e va avanti per ore e ore, alla russa, con centinaia di interventi. C'è anche la variante delle tavole rotonde, cui partecipano uomini politici e rappresentanti del mondo della cultura. Autorevoli personaggi si alzano a incoraggiare, a definire le idee più confuse. Sembra che l'uditorio, quasi unanime, propenda a sinistra. Per esempio, si alza a parlare il deputato socialista Vecchietti e gli applausi scrosciano. Dice la sua il liberale Storoni, in termini più moderati, e lo interrompono i fischi. In mezzo ai concetti seri e concreti, vagano dentro l'aula magna anche discorsi da marziani. "Questo è il momento della chairezza", dicono i futuri architetti, nati quasi tutti durante gli anni di guerra. Ma poi sostengono che il dialogo con gli insegnati dev'essere d'ora in poi, "a livello decisionale". Loro non vogliono più cadere in "un'alienazione di tipo tecnicistico", esigono la "ristrutturazione della facoltà", perchè lo studente non può essere più considerato "un elemento passivo nel processo di acquisizione culturale".
[...]
Nerio Minuzzoda "L'EUROPEO" (7 aprile 1963)
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venerdì 29 ottobre 2010
DION - RUBY BABY (1963)
Lato a)
- Ruby baby (leiber-stoller)
- The end of the world (dee-kent)
- Go away little girl (goffin-king)
- Gonna make it alone (di muci-feldman-goldstein-gottehrer)
- Fever (davenport-cooley)
- My mammy (young-donaldson)
lato b)
- Will love ever come my way (di muci-farrell)
- The loneliest man in the world (di muci-sherman)
- You made me love you (I didn't want to do it) (mccarthy-monaco)
- He'll only hurt you (di muci-sherman-maurer-farrell)
- You're nobody 'til somebody loves you (morgan-stock-cavanaugh)
- Unloved, unwanted me (di muci-sherman)
cover (COLUMBIA - C 35577) usa
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COLUMBIA - C 35577
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(1963) rivista - QUATTRORUOTE (settembre)
Informazione Industriale
Perchè non cronometrate i vostri complessi?
L'originale e affascinante psicologo C.G. Jung si fece sospettare di magia nera perchè con l'aiuto di un cronometro e con poche parole evocatrici penetrava nella vostra mente e vi metteva bruscamente davanti ai fantasmi che vi ossessionavano.
Con l'aiuto di un cronometro? Certo! scegliendo parole isolate (evocatrici), come acqua... coltello... baciare... danaro, senza alcun nesso logico, affinchè non suggerissero niente di preciso, vi invitava a rispondere il più rapidamente possibile con la prima parola che esse vi richiamavano alla mente, per esempio: nuotare... cucina... molto... cameriera.. Così, dopo la parola "acqua", misurava al quinto di secondo il tempo di reazione che precedeva la risposta "nuotare". Supponendo che egli registrasse successivamente 4/5 di secondo, 10/5, 3/5, 20/5, poteva individuare le parole critiche, quelle cariche, per voi, di un contenuto emozionale (non voglio certo insinuare che voi sognate di baciare la cameriera!), Le parole, infine, che svegliano un eco nella parte "tabù" della vostra personalità. E proprio valendosi di tali associazioni, riusciva a formulare diagnosi sorprendenti.
In breve, Jung aveva fatto di quello che potrebbe essere un gioco di società un raffinato strumento di ricerca che gli consentiva di esorcizzare gli animi immobilizzati nell'angoscia o nell'irrazionale.
Interessante per noi è il fatto che un meccanismo di orologeria così banale come il cronometro (o il suo parente prossimo, il "computer") abbia costituito per tanti uomini straordinari e differenti lo strumento attraverso il quale si spiega il subcosciente (Jung il medico delle anime) e grazie al quale trionfa il dinamismo (Henry Ford, il distributore del famoso modello "T").
Nel nostro secolo, esaltante e insieme convulso, il cronometro trova del resto entusiastica accoglienza da parte di altre persone che non sono né industriali, né scienziati, né cosmonauti, ma semplicemente persone giovani e sportive o uomini animati da spirito di ricerca o spinti da qualche "hobby". Per desiderare un cronometro, non occorre essere partecipanti abituali di rallies, esploratori subacquei o esperti nella registrazione del suono.
Effettivamente, ove si consideri il "crono" come uno "strumento di bordo" che si porta al polso per un'infinità di scopi diversi da quello puro e semplice di avere la conferma che il tempo passa - e noi con lui, purtroppo - esso è indubbiamente l'orologio dei giovani. Il "crono" si accorda meglio con il "furore di vivere" e con lo "spirito competitivo", e cioè con le espressioni con cui la grande ondata della gioventù vuol significare che essa prende le distanze per correre, più rapidamente di noi, la sua grande corsa nel mondo in ebollizione che il nostro talento di "apprendisti stregoni" gli ha così bene preparato.
Dato lo stato attuale del nostro vecchio pianeta, tanto vale dare ai giovani un orologio "funzionale" il cui ritmo batta all'unisono con quello della vita moderna e che consenta di "cronometrare", una funzione divenuta requisito fondamentale nello sport, nello studio, nell'apprendistato del mestiere ed anche nell'esercizio di tante e diverse professioni. Ciò spiega perchè il cronometro, alla pari del motore-velocità o del cinema-evasione, risvegli l'interesse delle giovani generazioni che gli trovano un'infinità di impieghi pratici ai quali noi -le vecchie leve- non avevamo mai pensato; ma ciò ha anche dato origine a un nuovo boom dei cronometri che non manca di rallegrare i fabricanti svizzeri del ramo.
Georges Caspari
- Simca "1300 G.L." (prove su strada)
- Innocenti "S" (prove su strada)
- La canoa (L. Greggio)
- Come ho battuto Cobb (Craig Breedlove)
- Le vetture entrate in circolazione in Italia nel primo quadrimestre del 1963
- Il mercato dell'automobile (auto italiane e straniere - nuove e usate)
....................a look at commenti
lunedì 25 ottobre 2010
NEIL SEDAKA - NEIL SEDAKA ITALIANO (1963)
Neil Sedaka può a ragione essere considerato il pioniere della moda alquanto diffusa oggi tra i grandi cantanti della musica leggera internazionale: quella cioè di cantare in italiano. [...]
Se per molti questa esperienza 'italiana' è stata un episodio della loro carriera, per il popolare Neil non si può dire altrettanto: ci ha infatti abituati alle sue periodiche visite per cui vederlo registratre nei nostri studi ci sembra la cosa più naturale del mondo. [...]
dal 'back cover' del disco
Lato a)
- I tuoi capricci (migliacci-enriquez)
- Quando sorridi così (fersen-enriquez)
- La terza luna (migliacci-enriquez)
- Adesso no (meccia)
- Finchè vivrò (bertini-greenfield-sedaka)
- Il cielo ti ha creata per me (rossi-pelleschi)
Lato b)
- Tu non lo sai (pallesi-greenfield-sedaka)
- Non cercare un'altra bocca (gentile-sedaka-greenfield)
- Il re dei pagliacci (amenni-sedaka-greenfield)
- L'ultimo appuntamento (migliacci-enriquez)
- A 16 ani tu vuoi amare (bardotti-ronnye-grosman)
- Se c'è un paradiso (migliacci-enriquez)
cover (RCA VICTOR - LSP 10140)
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RCA VICTOR - LSP 10140
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(1963) rivista - L' EUROPEO (lettere al giornale)
Perchè si è così restii in Italia ad applicare un provvedimento che sarebbe di vantaggio per vastissime categorie di persone, qual è quello dell'adozione dell'ora legale? Non voglio ricordare la comodità che ne deriverebbe al turismo; vorrei piuttosto sottolineare alcuni dei vantaggi concreti. Anzitutto quello della salute, perchè l'ora legale ci consentirebbe nella buona stagione più ore di sole, più tempo quindi per lo svago al termine del lavoro, più igienica collocazione delle ore destinate al riposos e al sonno. Ma poi avremmo meno incidenti e meno morti sulle nostre strade, perchè le statistiche dimostrano che le ore più pericolose sono quelle in cui si passa dal tramonto alla notte, dalla luce diurna a quella artificiale, e sono proprio quelle che coincidono nella buona stagione col momento di maggior traffico. Aggiungiamo pure il risparmio, per i privati e per le aziende di energia elettrica, dato che la giornata coinciderebbe effettivamente con la giornata solare.
Non si capisce davvero, di fronte a tali vantaggi, l'indifferenza degli organi di governo cui il provvedimento costerebbe assai poca fatica: tanto più , come è dimostrato dalla prova che se ne fece in passato anche da noi e dalla normale adozione stagionale che se ne fa all'estero, che l'ora legale non arreca alcun danno a qualunque iniziativa e non comporta alcuna difficoltà organizzativa.
E. De Felici, Firenze (7 aprile)
sabato 23 ottobre 2010
venerdì 22 ottobre 2010
(1963) Nasce un Capolavoro (Renato Guttuso)
Matelda nel Paradiso Terrestre
"una donna soletta che si gìa
cantando e scegliendo fior da fiore
ond'era pinta tutta la sua vita"
Una sera di sei anni fa Alberto Mondadori invitava il pittore Renato Guttuso a illustrare una grande edizione della 'Divina Commedia'. Guttuso sapeva cha la sua pittura, così carica di umori terrestri, di drammaticità e di pasisone, si sarebbe mossa con agio attraverso la prima cantica. Anche la seconda cantica, il 'Purgatorio' presentava episodi ed aspetti che non sarebbe stato difficile annettere alla "provincia" della sua pittura. Ma il 'Paradiso', con le sue cristalline astrazioni, i suoi canti dedicati a dispute di teologia ed astronomia, gli appariva completamente precluso. [...]
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(1963) locandina - CHE FINE HA FATTO BABY JANE? (usa)
con: Bette Davis, Joan Crawford, Anna Lee, Victor Buono, Maidie Norman, Marjorie Bennett
Regia: Robert Aldrich
genere: drammatico
soggetto: dal romanzo omonimo di Henry Farrell
sceneggiatura: Lukas Heller
fotografia: Hernest Haller
musiche: Frank De Vol
montaggio: Michael Luciano
produzione: Seven Arts-Aldrich
distribuziuone: WB
valutazione del CCC: Adulti con riserva (pur non essendo negativo, presenta elementi pericolosi anche per un adulto e merita obiettive riserve morali)
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cinema 1958-64,
film per adulti con riserva
THE ROLLER COASTERS - SPANISH TWIST/WILD TWIST (1963)
lato a)
- Spanish twist (roller coaster)
lato b)
- Wild twist (roller coaster)
cover (LONDON - HL 1484)
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LONDON- HL 1484
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(1963) il personaggio - JANE FONDA
La venticinquenne Jane Fonda, figlia del popolare Henry Fonda, non è solo ricca di talento artistico ma possiede anche doti fisiche eccezionali, tanto da essere definita la più bella ragazza d'America.
da 'Sommario' di "EPOCA" - 5 maggio
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giovedì 21 ottobre 2010
THE STRING-A-LONGS - REPLICA/MATILDA (1963)
lato a)
- Replica (petty)
lato b)
- Matilda (span)
cover (London - HL 1448)
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London - HL 1448
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BRUNO LAUZI - STO CICCHETTON DE UN GIOAN/O SCIOCO (1963)
lato a)
- Sto cicchetton de un Gioan (reverberi-franchi)
lato b)
- O scioco (reverberi-lauzi-calabrese)
cover (gc - GC 094)
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gc - GC 094
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MEMO REMIGI - CHE COSA CI REGALA L'ESTATE/NON CI CREDO (1963)
lato a)
- Che cosa ci regala l'estate (calabrese-remigi)
lato b)
- Non ci credo (remigi-ciato)
cover (KARIM - KN 186)
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KARIM - KN 186
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(1963) il personaggio - CLAUDIA CARDINALE
Il 1963 sarà il grande anno di Claudia Cardinale. Tra i suoi film importanti stanno per apparire sugli schermi: 'Il Gattopardo', diretto da Visconti, 'Fellini otto e mezzo', con la regia di Federico Fellini, e 'la Pantera Rosa', realizzato dall'americano Edwards . Inoltre, Claudia si appresta a interpretare 'Gli Indifferenti', tratto dal romanzo omonimo di Moravia
da 'Sommario' di "EPOCA" - 17 febbraio
(1963) locandina - IL GATTOPARDO (italia)
con: Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Rina Morelli, Paolo Stoppa, Romolo Valli, Lucilla Morlacchi
Regia: Luchino Visconti
genere: drammatico
soggetto: dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
scenaggiatura: Suso Cecchi D'Amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Enrico Medioli, Luchino Visconti
fotografia: Giuseppe Rotunno
musiche: Nino Rota
montaggio: Mario Serandrei
produzione: Goffredo Lombardo
distribuzione: Titanus
valutazione del CCC: Adulti (richiede la preparazione e la mentalità di un adulto)
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film per adulti
martedì 19 ottobre 2010
SAM " Mr. Soul" COOKE - NIGHT BEAT (1963)
È stato dopo l’orario di chiusura, quando abbiamo lasciato il club, per parlare con Sam Cooke. “Mr. Soul” cantava per se e per un piccolo gruppo di musicisti che lo accompagnavano. Era in piedi in In un locale posteriore del club, il giovane cantante senza cravatta e con la giacca appesa ad un pomo della sedia, era nel suo giusto sentimento. Dopo averlo sentito cantare per ore in un ambiente pieno di fumo e foschia, ora era lì a cantare per il puro piacere di farlo.
I toni blues di Sam, erano più sentiti di quelli che avevamo ascoltato prima. La scelta dei brani era indovinata con l’ora e l’atmosfera che ora regnava nel locale. Una canzone, due canzoni e anche i camerieri, alle prese con il riordino del locale, interrompono il lavoro per ascoltare. Si fermano per una sigaretta, prendono una sedia, le conversazioni rallentano fino a cessare.
Quello che abbiamo visto quella notte non era un normale spettacolo. Sam ci mise tutto il sentimento della sua arte e del suo stile, qualcosa di intenso che solo un artista superiore può interpretare in quelle ore della notte.
[…]
Hugo + Luigi
dal 'back cover' del disco
Lato a)
- Nobody knows the trouble I've seen (arr. cooke)
- Lost and lookin' (alexander-jordan)
- Mean old world (cooke)
- Please don't drive me away (irvin-brown)
- I lost everything (tate)
- Get yourself another fool (tucker-haywood)
Lato b)
- Little red rooster (dixon)
- Laughin' and clownin' (cooke)
- Trouble blues (brown)
- You gotta move (cooke)
- Fool's paradise (fuller)
- Shake rattle and roll (calhoun)
cover (RCA VICTOR - LPM 2709)
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RCA VICTOR - LPM 2709
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lunedì 18 ottobre 2010
MARVIN GAYE - THAT STUBBORN KINDA FELLOW (1963)
"Un artista di talento, assai promettente, nel campo della musica di oggi ".... Così viene presentato, questo poliedrico artista, dalla stampa di intrattenimento dopo l’impennata di successi cha ha avuto.
I suoi successi, "stubborn kind of fellow", e "hitch hike" lo hanno saettato verso una meritata celebrità; una ascesa che ha messo in ombra altre sue capacità […] È insolito trovare un solido “rock” beat proposto con sentimento da un cantastorie, per il ritmo e gli stati d’animo; sembra eccezionale in un ragazzo poco più che ventenne, ma Marvin ha una ricchezza di solida esperienza da cui attingere.
Ha iniziato nella chiesa di suo padre come solista quando aveva solo tre anni. Ha cantato la musica religiosa, fino alla sua adolescenza, quando fece il suo debutto nel mondo della musica pop della sua città natale di Washington, DC
Nella sua adolescenza avrebbe potuto interpretare dei buoni brani di rock gospel, ma oggi canta con un stile soul, […]
Bill
dal 'back cover' del disco
dal 'back cover' del disco
Lato a)
- Stubborn kind of fellow (gaye-stevenson-gordy)
- Pride & joy (whitfield-gaye-stevenson)
- Hitch hike (stevenson-gaye-paul)
- Get my hands on some lovin' (gaye-stevenson)
- Wherever I lay my hat (whitfield-gaye)
Lato b)
- Soldier's plea (stevenson-gordy-williams)
- It hurt me too (gaye-stevenson)
- Taking my time (stevenson-gordy)
- Hello there angel (gordy-stevenson)
- I'm yours you're mine (gordy-stevenson)
cover (MOTOWN - M5-218V)
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MOTOWN - M5-218V
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(1963) Siamo al Primo Posto nello Sviluppo Economico
All'inizio del 1963, l'Italia occupa una posizione rispettabile, nella Comunità economica europea. Secondo i dati più recenti, la popolazione attiva, cioè la gente che lavora, ammonta a 20 milioni e 267 mila unità, di cui 5 milioni e 907 mila addetti all'agricoltura (29,1 per cento), 8 milioni e 12 mila (39,6 per cento) all'industria e 6 milioni e 348 mila (31,3 per cento) ai servizi.
I disoccupati sono scesi a 725 mila, con un calo medio annuo di 120 mila unità.
Negli anni futuri le cose dovrebbero andar bene, se non meglio. L'ultima relazione "sulle prospettive di sviluppo economico nella Comunità economica europea dal 1960 al 1970" assegna all'Italia il primo posto nell'evoluzione del prodotto nazionale lordo, calcolando che i disoccupati si riducano a 590 mila nel 1965 e a 311 mila nel 1970, tenuto conto dell'incremento democrafico. Il ministro Colombo, da parte sua, prevede che si possa raggiungere la piena occupazione fra il 1973 e il 1975, attraverso la crezione di due milioni di nuovi posti di lavoro nell'industria. E questa stima, egli afferma, "è ragionevolmente fondata, considerando l'attuale ritmo di sviluppo dell'industria italiana".
[...]Livio Pesce
estratto da "Ecco che cosa contiamo in Europa", EPOCA (6 gennaio 1963)
venerdì 15 ottobre 2010
JET HARRIS & TONY MEEHAN - SCARLET O'HARA/DOING THE HULLY GULLY (1963)
lato a)
- Scarlet O'Hara (lordan)
latro b)
- Doing the hully gully (meehan-rodgers)
cover (DECCA - F 11644)
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DECCA - F 11644
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(1963) Alla scoperta dei "giovanissimi"
Camminiamo ordunque con i giovani!
[…] entusiasmiamoci per questi giovani che dilagano in ogni campo della vita attuale.
Adattiamoci a tutti i loro capricci, che ci vengono imposti ormai senza poter più discutere, riversiamoci nella loro entusiasmante e veloce corrente per poter magari (con tutta la nostra maliziosa esperienza) giovarcene poi ai fini pratici ed immediati.
Segua il corso della politica le sue abitudini:leggi e provvedimenti “giovanili” potranno essere sempre approvati d’urgenza alle Camere dai padri e dai nonni.
Ma la nuova rivoluzione del “costume” deve darci invece un nuovo indice verso il quale orientarci. Sia nelle arti e nella moda come nelle nuove industrie e commerci, che rappresentano le vene e le arterie del nervoso ritmo di oggi.
Il mondo è dei giovani. Evviva i giovani!
Vestiti, cibi, mezzi di trasporto, libri, spettacoli, manifestazioni varie dipendono oramai da loro. Aggiorniamoci! La pubblicità ci grida di metterci una buona volta al passo. Questi nuovi saggi, (rappresentati dalla balda generazione) hanno consigliato ormai di cambiare sistema e di trasformare ogni nostra azione e pensiero.
Al tempo, al tempo! Brillantina nera o bionda nei capelli, abbronzature tonificanti, massaggi energetici e cibi vitaminici. I nostri vecchi “fusti” rifioriranno.
Giacche a spacchetti, gonne a fior di sedere, possiamo incamminarci tutti a ritmo di “twist”, verso le vie del progresso. Ne beneficieremo comunque. È l’unico modo per riprendere quota in questa bizzarra epoca erroneamente scambiata per quella “della decadenza”.
Qualche tempo fa noi li chiamavamo “bruciati”. Mamma mia che incendio!
La popolazione mondiale di circa tre miliardi di anime è costituita, secondo un calcolo statistico, da seicento milioni di giovani dai dieci ai venti anni. Ebbene è proprio questo immenso vivaio, privo di inesperienze e di redditi, cha ha concorso in questo ultimo periodo, nelle nazioni più progredite a realizzare vaste e straordinarie esperienze, come pure a triplicar le cifre proporzionali e generali dei redditi.
Il giovane, in teoria, non ha mai bisogno di denaro. Lo apprezza logicamente, ma lo giudica solamente un “mezzo”, quasi sempre per divertirsi. Il fine poi rimane quello, una volta entratone in possesso, di potersene sbarazzare al più presto. Eppure tutti quanti, successivamente, finiremo per essere trascinati nella sfera d’azione creatasi, contribuendo a incrementare quel vertiginoso ritmo di circolazione sempre più rapida, che è calcolata ormai sulle cifre dei miliardi.
Perché, infatti, i giovani non si limitano solo a spingere i genitori alle maggiori spese, destinate in modo particolare a loro, ma li influenzano decisamente in ogni voce di qualunque bilancio familiare o d’azienda.
Apprendiamo per esempio che in America, specialmente, i giovani sono chiamati a giudicare i tipi d’automobile che debbono poi essere lanciati sul mercato e acquistati dai padri o dalle madri, mentre i progetti delle villette familiari, sempre più richieste per il tradizionale “fine settimana”, sono esaminati soprattutto dai figli.
E sono ancora i ragazzi che impongono l’uso sempre più frequente degli elettrodomestici, quello dei giradischi per la musica riprodotta in ogni ambiente o in qualunque momento della giornata (grammofoni a transistor), la necessità sempre più sentita di avere sempre a disposizione un telefono (magari due) da tenersi appiccicato per ore intere all’orecchio.
Anche i metodi più efficaci per riempire il tempo cosiddetto “vuoto” – (come le loro tasche) – sono sempre imposti dai figli, che di tempo possono sempre disporre , prima di tutto per rompere le tasche ai genitori e fare uscire da queste, sempre più quattrini, ottenendo inoltre che le loro ore, sempre più libere, siano sempre più occupate dai capifamiglia per far quadrare le cifre da destinarsi allo sport, al cinema, alla televisione, ai dolci, al fumo, ai viaggi e così via.
Anche in Europa si è constatato inoltre, che i giovani impongono ormai le abitudini e provvedono a scegliere e selezionare abiti, cibi e bevande.
Il cinquanta per cento degli oggetti di lusso finisce per riguardare solamente loro: industrie di radioline portatili, di apparecchi foto-cinematografici, di dischi, di juke-box, di strumenti musicali, hanno trovato nei giovani i loro più decisi sostenitori, nonché i più esigenti giudici.
Numerose e bizzarre iniziative sono riuscite a mettere in moto migliaia di Organizzazioni e di Enti (Festival, concorsi, raduni, cacce al tesoro) portando lavoro a migliaia di persone. I cosiddetti fenomeni di “costume” di questa nuova generazione indubbiamente dei “senza pensieri”, hanno portato migliaia di pensieri densi di preoccupazioni alla categoria degli studiosi.
Ma i cosiddetti “teen-agers”, rivoluzionando le secolari tradizioni, hanno dato origine tuttavia a impensate fonti di guadagno e hanno aperto improvvisamente nuove strade a industrie e commerci che si dibattevano da anni in circoli chiusi.
Ci basterà qui ricordare quelle che riguardano particolarmente il nostro settore.
Quanti sono infatti gli editori di libri e i produttori di film che debbono la loro fortuna al famoso slogan “Vietato ai minori di sedici anni”. Slogan che pur permettendo di attirare solo l’attenzione di una minima percentuale di generazione, riesce tuttavia ad acquistarla immediatamente in blocco, trascinando poi tutte le altre e dando il via alla rapida corsa verso guadagni che tutto il lavoro di una vita non poteva riuscire a raggiungere.
Come pure gli editori di dischi e di musica che con soli tre minuti di canto e con poche righe di note sono riusciti a raggiungere traguardi che un intero repertorio di specializzati non avrebbe mai superato.[…]
Non resta dunque, che accettare definitivamente questa rivoluzione di età e questa trasformazione di valori: arrenderci agli eserciti in blue-jeans armati di chitarre, e alle legioni di “ninfette” pettinate alla maschio o a coda di cavallo.
[…] Nel 1962 sono stati spesi per lo spettacolo duecento quaranta miliardi. Centotrentatre per il cinema, sedici per lo sport, ventotto per divertimenti vari: il resto per la televisione, radio, dischi, giradischi, juke-box e altri passatempi.
I nostri otto milioni di minorenni sono naturalmente i più importanti artefici di questi vertici statistici.
[…]
Mario De Luigi
da musica e dischi (marzo 1963)
lunedì 11 ottobre 2010
THE VENTURES - THE VENTURES STYLE (1963)
lato a)
- Red river rock (king-mack-mendelshon)
- Last night (mar-keys)
lato b)
- Skip to m' limbo (wilson)
- El cumbachero (hernandez)
cover (LIBERTY - LEP 2095-Q)
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LIBERTY - LEP 2095-Q
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DUANE EDDY - IL NUOVO HULLY GULLY (1963)
In questo disco Duane Eddy, affronta le nuove, modernissime danze. E lo fà con larghe possibilità di scelta: vi sono qui i ritmi irresistibili del twist e di tutte le più importanti forme che ne sono derivate - dal "watusi" allo "hully-gully", dal "mashed-potato" al "limbo". Nominatene una: subito Duane vi soddisferà. Il disco che vi presentiamo è perciò l'ideale per un divertente passatempo musicale, privo com'è di qualsiasi complicazione "difficile": è solo necessario un giradischi... e via!
L'album offre una continua sorpresa. Ecco il "popeye", ecco il twist rivestito di colore spagnolo, ecco il ritmo del "Loco-motion" [...] Sicchè se per caso non voleste ballarlo (cosa che reputiamo assai improbabile), potete sedervi comodamente e gustare questo disco per ore.
A voi dunque la scelta: ballate - o ascoltate! Nell'uno o nell'altro caso, trascorrerete comunque piacevolmente il vostro tempo.....
dal 'back cover' del disco
Lato a)
- (dance with the) Guitar man (hazelwood-eddy)
- Limbo rock (strange)
- Wild watusi (eddy)
- The scrape (eddy)
- New hully gully (eddy)
- Popeye (the hitchhiker) (apell-mann)
Lato b)
- Spanish twist (eddy)
- The climb (leiber-stoller)
- Loco-locomotion (eddy)
- Nashville stomp (eddy)
- Creamy mashed potatoes (eddy)
- Waltz on the wind (acuff)
cover (RCA VICTOR - LSP 2648)
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RCA VICTOR - LSP 2648
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domenica 10 ottobre 2010
(1963) cronaca - RITA PAVONE
Delirio a Napoli per Rita Pavone. In una via centralissima della città partenopea, la popolare cantante rivelata da "Studio uno" ha provocato una manifestazione di fanatismo collettivo quale non si verificava dai tempi di "Lascia o raddoppia?". All'ingresso di un grande magazzino, Rita è stata assediata da moltissimi suoi ammiratori, che hanno finito col paralizzare il traffico stradale per circa due ore. Si è reso necessario l'intervento di cento agenti per ristabilire la calma e sottrarre la Pavone all'entusiasmo dei "fans"
da "GRAND HOTEL" - 20 aprile
(1963) il personaggio - FRANÇOISE HARDY
Completamente sconosciuta fino a un anno fa, Françoise Hardy è giunta improvvisamente al successo dopo essere apparsa per pochi minuti sui teleschermi francesi.
Ciò avvenne in occasione dell'ultimo referendum su De Gaulle, svoltosi in Francia nell'ottobre 1962. La sera, tutti i francesi erano davanti agli apparecchi televisivi per apprendere i risultati del sondaggio elettorale che doveva riconfermare al generale la fiducia del suo Paese. I risultati venivano dati dall'annunciatore man mano che arrivavano sul suo tavolo dalle varie sezioni, disseminate in tutta la Francia. Negli intervalli tra un comunicato e l'altro, Françoise appariva sul video per intrattenere i telespettatori con le sue canzoncine. Le esibizioni della Hardy, nelle intenzioni dei programmisti televisivi, dovevano essere un gradevole intervallo e niente più. Ottennero invece un successo clamoroso e quasi fecero dimenticare, al pubblico in attesa, i risultati del referendum.
Il giorno dopo i giornali parlarono della Hardy come di una rivelazione canora e il primo disco della giovane artista cominciò ad andare a ruba dappertutto, conquistando, nel giro di una settimana, il primo posto nella graduatoria delle vendite. Da allora, Françoise è la diva numero uno della canzone francese.
Paolo Pieri
da "GRAND HOTEL" - 29 giugno
(1963) il personaggio - GIANNI MORANDI
"Fin da piccolo, - confessa Gianni Morandi, il giovanissimo 'urlatore', accarezzavo il sogno di potermi acquistare un giorno una fattoria del genere di quelle che si vedono nei film 'western'. Potete perciò immaginare il mio entusiasmo quando, con i primi guadagni, sono riuscito a realizzare questo mio pallino. Non stavo più nella pelle per la felicità, e mi sembrava di aver toccato il cielo con un dito. Appena firmato il contratto di acquisto mi precipitai nella mia nuova proprietà, per prendere possesso, con lo stesso spirito con cui i pionieri americani del secolo scorso si lanciavano alla conquista di un continente inesplorato. [...]"
Marco Peis
da "GRAND HOTEL" - 3 agosto
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