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martedì 31 agosto 2010

LUIGI TENCO - LUIGI TENCO (1962)

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Le mie canzoni vanno viste non tanto nel quadro della "musica leggera" o "da ballo", quanto in quella della musica popolare.
Il sentirle una di seguito all'altra, riunite in un long playing, spero contribuirà a chiarire maggiormente questo punto, cui evidentemente tengo molto. Infatti io penso che al di là di un eccessivo conformismo nei testi poetici, al di là di fatture musicali più o meno di moda, la "musica popolare" resti pur sempre il mezzo più valido per esprimere reazioni e sentimenti in modo schietto, sincero ed immediato.
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Luigi Tenco

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Per definire Luigi Tenco potrebbero bastare poche righe, oppure si potrebbero scrivere pagine intiere senza riuscire ad inquadrarlo, a metterlo a fuoco. Tipico prodotto della gioventù del nostro tempo (quella sana per intenderci, quella in cui il reaggio del passato non è cancellato da un sorriso od un atteggiamento sprezzante), sfugge alle analisi ed ai confronti; non si chiede chi è, perchè è, perchè canta e scrive canzoni. Lo fa semplicemente.
È un giovane ed ha voluto parlare ai giovani, parlare alla sua maniera. Per questo è entrato nel mondo della canzone in un modo tutto suo: non ha cercato uno stile alla moda, non si è infilato in una personalità costruitagli da un press-agent, non si è imposto atteggiamenti fasulli contro la sua natura.
Per parlare ai giovani non gli servivano certe lenti d'ingrandimento, gli bastava saper esprimere la propria personalità quela lontana malinconia, quel vagheggiare sogni dolcemente impossibili, quel mettere a nudo la scontentezza astratta di tutti i giorni: parlare di se stesso insomma, ed i giovani si sarebbero rispecchiati in lui.
Le canzoni di Tenco non sono poesie, come del resto non lo devono essere tutti i buoni testi. Sono qualcosa più alla mano, esprimono un "momento" più facile, sono "immediate", prive di banalità, di trame risapute, di consueti clichés. Ecco inquadrata la produzione di Tenco: Qualcosa di sano, di profondo, di "vero" nel senso più palpabile, di umano; il tutto ben lontano dagli snobbismi intellettualistici che contagiano da qualche tempo il mondo della canzone, anche e soprattutto quando in motivi come "Cara Maestra" illustra aspetti tipici e particolari della nostra vita sociale.
Con Tenco è forse la prima volta che la canzone italiana si pone delle domande, che non accetta supinamente slogan e sentimenti coagulati. In lui c'è una negazione dei miti d'oggi, dell'arrivismo, della cultura ufficiale.
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dal stabled insert del disco
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Lato a)
  1. Quando (tenco)
  2. Una brava ragazza (tenco)
  3. La mia valle (tenco)
    dal "Capriccio italiano" di Ciaikovski
  4. Cara maestra (tenco)
  5. Il mio regno (tenco)
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.Lato b)
  1. Angela (tenco)
  2. Mi sono innamorato di te (tenco)
  3. Io si (tenco)
  4. Il tempo passò (reverberi-tenco)
  5. Come mi vedono gli altri (reverberi-tenco)
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cover (RICORDI - SMRL 6023)
http://www.mediafire.com/?cxi98r9qag2so6e

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