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lunedì 30 agosto 2010

(1962) rivista - SETTIMANA RADIO TV (lettere al direttore)

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Una satira che non diverte.
Leggevo il suo giornale perché ne apprezzavo la spregiudicatezza e l’obiettività. Ora ho dovuto ricredermi dopo il panegirico su Dario Fo e Franca Rame. È evidente che la stima preconcetta che lei ha di questi due comici le impedisce di giudicarli obiettivamente in questa loro particolare esibizione di ‘Canzonissima’, altrimenti avrebbe dovuto notare che satira o no, non fanno ridere. E allora che satira è? Se sono degli intellettuali che vadano a fare conferenze nei circoli di alta cultura invece di scocciarci con ‘Canzonissima’. E poi, a parte l’umorismo che è puerile, ingenuo elementare vi pare satira parlare male dei tedeschi e dei padroni? Che razza di anticonformismo è mai questo? Dei tedeschi di vent’anni fa sentiamo sempre parlare anche in televisione (vedi servizi sulla guerra, interviste dell’ex-direttore del Telegiornale, commemorazione dei caduti ecc.). Questo argomento è inflazionato. Per quanto riguarda i padroni siamo o non siamo sotto un governo di centro sinistra ? […] Insomma io non so fare la critica, non sono giornalista ma mi meraviglio che una trasmissione che deve essere di carattere leggero sia giudicata dai giornalisti come se si trattasse di una conferenza o di un documentario serio e si disprezza il popolo che non capisce. Il popolo non è tanto cretino quanto voi giornalisti volete fare credere. È chiaro che voi stimate a priori i suddetti comici e non volete ammettere che hanno fatto fiasco.
Non volete ammettere che un Bramieri vale cento Fo. Ma Bramieri è troppo umile, non vuole educare il popolo, non ha messaggi da lanciare, si accontenta di farci ridere, caro il mio Bramieri. […] Lei ha detto che la trasmissione di ‘Canzonissima’ di quest’anno è diversa da quella dell’anno scorso, è un’altra cosa. Si si un’altra cosa ma peggiore. Si, lo ammetta, anche se amico di Dario Fo. Elogiandolo non gli ha fatto certo un favore perché continuerà a fare peggio. Su, se gli volete bene diteglielo chiaramente di non fare tanto il presuntuoso lui e sua moglie. È o non è per il popolo? E allora se è per il popolo , questo Fo, che faccia qualche cosa per scuoterlo ma facendolo ridere.
.Amalia P. (reggio calabria)
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[…] Fiducia e non panegirico avevo dato a Dario Fo e Franca Rame avanti di assistere alla prima puntata di ‘Canzonissima’ ma subito dopo – […] – avevo rapidamente ritirato la cambiale in bianco sostituendola con un assegno di scarso ammontare. Come sia potuto succedere che lo stravagante, lo spiritoso, l’anticonformista Fo si sia lasciato trascinare su un terreno così infido è rimasto un mistero anche per me. Spero che non se l’abbia a male ma mi fa la figura di quegli inglesi, Winston Churcill compreso, che dopo aver per tanti anni osannato al fascismo e averne reso possibili i pericolosi successi, dopo la sconfitta si misero in cattedra per spezzare agli italiani il pane della democrazia. Il populismo di Fo è rimasto al tempo di De Amicis, alle gelide caverne ed a quei versi del vecchio repertorio umanitario dove la retorica e il cattivo gusto s’affermano senza speranza di redenzione: […]
Insomma i telespettatori hanno ragione di annoiarsi e di preferirgli le macchiette di Bramieri e di Pisu i quali non volevano insegnare niente a nessuno ma solamente divertire.

Filippo raffaelli (18-24 novembre)

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