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lunedì 16 agosto 2010

(1962) rivista - TEMPO (16 giugno)

IL PONTE DI MESSINA SI DEVE FARE
L’incremento della produzione siciliana, notevole oggi, fortissimo nei prossimi cinque anni, impone al Governo in termini indifferibili la decisione di indire la gara d’appalto. Vi illustriamo i progetti presentati, per i quali si battono accanitamente i più grossi complessi mondiali.
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[…] Attualmente il servizio delle navi-traghetto delle Ferrovie dello Stato trasporta, in un anno, da una sponda all’altra dello stretto, circa centocinquantamila automobili e autocarri, seicentomila carri ferroviari e otto milioni di passeggeri. Nei prossimi cinque anni sono previste tali profonde trasformazioni nell’economia del Mezzogiorno per cui queste cifre registreranno sicuramente un vertiginoso aumento. Anzitutto è prevista l’entrata in funzione di alcuni nuovi grandi complessi petrolchimici lungo la costa orientale dell’Isola fra cui il gigantesco complesso dell’E.N.I. a Gela; lo sfruttamento intensivo delle nuove miniere di salgemma e perfosfati nell’interno dell’Isola provocherà inoltre un aumento della produzione per alcuni milioni di tonnellate annue. Infine la produzione petrolifera e di metano sarà più che raddoppiata provocando a sua volta un potenziamento dell’industria di raffineria che possiede già stabilimenti (come la Rasion e la Sincat di Augusta) fra i più importanti d’Europa. Prodotti chimici, petrolio, fosfati saranno in parte avviati all’esportazione via mare, ma milioni di tonnellate dovranno essere avviati al Nord con le ferrovie e le autobotti.
Entro i prossimi cinque anni sarà inoltre completata e funzionante da Milano a Reggio Calabria l’Autostrada del Sole che attraverso un percorso estremamente veloce ed agevole devierà verso il Sud una nuova imponente ondata di turismo motorizzato senza contare quella quantità di merci e prodotti finiti che l’industria settentrionale potrà spedire in misura sempre maggiore a mano a mano che il tenore di vita delle popolazioni meridionali andrà elevandosi.
[…] Fra cinque anni, secondo i calcoli degli economisti, lo stretto di Messina dovrebbe sopportare in un anno in transito di circa quindici milioni di persone, un milione e mezzo di carri ferroviari e almeno ottocentomila automezzi. […]
[…]
Giuseppe Fava
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