Questo libro è il frutto di una articolata inchiesta condotta in due tempi, nel 1953 prima e nel 1963 poi, da due professori su uno stesso campione, le scuole medie superiori di Pavia e Voghera: una zona dal profilo economico-sociale estremamente significativo - paesi a economia ancora primitiva e centri industriali ad altissima specializzazione.
Forse mai come in quest'epoca di transizione il problema dei giovani è stato al centro degli interessi dei partiti, dei governi, dell'opinione pubblica. Le riforme e i provvedimenti che così si sono avuti sono però sempre piovuti sui giovani dall'alto; non si era mai provato prima d'ora, a chiedere a loro stessi chi sono, che pensano, cosa leggono, come ci giudicano, dove vogliono andare: non si era mai ascoltata, in sostanza, direttamente la loro voce.
L'interesse della documentazione - risultato dell'analisi di circa cinquantamila risposte - non consiste soltanto nelle opinioni e negli stati d'animo rilevati, quanto piuttosto, e soprattutto, nella comparazione tra i rilevamenti del '53 e quelli del '63: tra le risposte di una generazione che viveva le difficoltà di una società in ricostruzione e che aveva alle spalle, ancora viva e angosciosa, la tragedia della guerra - vissuta dove violenta s'era scatenata la reazione tedesca e fascista alla lotta partigiana; una guerra che aveva coinvolto, da una parte o dall'altra, i padri, i fratelli gli amici di questi ragazzi - e le risposte di una generazione lontana ben più di dieci anni da tutto questo. Una generazione "miracolata", prodotto della "società del benessere", condizionata più o meno apertamente dalla cultura di massa che la grande industria del rotocalco sapientemente dispensa; una generazione sterilizzata, appiattita e spoliticizzata, priva di "grandi ideali"; la "generazione delle tre emme" - mestiere, macchina, moglie - come viene definita dagli stessi autori.
Una genarzione che, sebbene pesantemente condizionata dalla società in cui vive, non si è completamente integrata se è capace di individuarne i problemi di fondo: dalla scuola, di cui mostra spietatamente l'incapacità di stare al passo con i tempi, alla stratificazione in classi della società, alla scelta democratica; sensibile alle questioni della pace e della guerra. Giovani, insomma, che, nonostante ogni sollecitazione al conformismo, manifestano in modo chiaro la propria disponibilità a un sereno dialogo - finora fallito e forse nemmeno tentato dalle generazioni più mature - sui problemi vivi della loro personalità e della società in cui sono inseriti.
Migliori o peggiori delle generazioni passate, la società di domani avrà il loro volto, nei cui tratti anche noi dovremo riconoscerci.
nota informativa al libro
La provincia di Pavia (dove l’intervista è vissuta): oltre mezzo milione di lombardi a venti-cinquanta minuti da Milano, la quarta provincia della regione per il reddito individuale, la ventesima nella graduatoria nazionale. Una provincia media, la quale, pur compresa nel triangolo del “miracolo”, non è tuttavia ai primi posti nella graduatoria delle “miracolate” […]
Pavia – l’Oxford d’Italia, con sei collegi universitari ed il progetto di un settimo – inizia alla cultura, accanto ai figli della tradizione borghese, i “nuovi barbari” di questo dopoguerra, i figli dell’ascesa operaia, i figli dei contadini che la guerra ha favorito. Ogni mattina i treni riversano dal contado alte percentuali di alunni nelle nostre scuole. [...]
estratto dall'introduzione
Il modo più naturale ed immediato di avviare un discorso con gli studenti ci è sembrato quello di interrogarli sulle letture.
Tenuto conto della comune esperienza di studio entro gli schemi ben noti dei tipi di scuola frequentati, e data per scontata l’incidenza della radio e, oggi anche della televisione, ci è parso importante sondare le fonti più dirette e comuni delle loro informazioni ed individuare il clima di opinione in cui questo libero impegno di informazione si viene svolgendo, e le loro personali reazioni.
- Quale, o quali quotidiani leggete più spesso?
- Quante volte alla settimana?
- Di un quotidiano, qual è la parte che vi interessa di più?
- Quale periodico leggete regolarmente?
- Durante le vacanze leggete periodici che non leggete durante la scuola?
- Qual è, per voi, il miglior periodico italiano?
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estratto da "I GIOVANI DEGLI ANNI SESSANTA" di Ugoberto Alfassio-Grimaldi e Italo Bertoni - Laterza (1964)