JAZZ AD ALTO LIVELLO A COMBLAIN LA TOUR
Comblain la Tour, la riconosciuta capitale europea del Jazz, ha visto riuniti per la quinta volta sulla sua celebre -prateria- i nomi più significativi del Jazz mondiale. La manifestazione si è tenuta il 13 e il 14 agosto; dai 30 ai 40.000 appassionati sono convenuti in Belgio da tutto il Continente europeo. Era un quadro di colore decisamente pittoresco: i ten agers nelle loro tenute "d'ordinanza" (blue jeans attillatissimi, camicie a scacchi e giacche di pelle nera), accoccolati davanti al grande palco dell'orchestra dove si alternavano musicisti di fama e giovani reclute, erano prontissimi ad applaudire freneticamente i migliori come a fischiare senza misericordia coloro che dimostrassero di non possedere quello spirito jazzistico indispensabile per affrontare una simile rassegna.
L'intuito di questi ragazzi nell'individuare, sin dai primi accordi, le capacità di un elemento, è veramente formidabile. La loro educazione jazzistica affinatasi col passare degli anni, ha dell'incredibile: non si sbagliano quasi mai ed è impossibile ingannarli.
[...] Trionfatore del Festival è stato, senza ombra di dubbio, il grande Jimmy Smith, l'organista che sembra riuscire ad evocare con le sue magiche dita, tutta la storia del Jazz, dalle origini ai giorni nostri. Jazzista puro sangue, Smith è un'armonizzatore intelligentissimo e un musicista dalle idee originali e dallo swing travolgente. I bis che i ten agers "rapiti" hanno chiesto a questo giovane negro americano sono stati innumerevoli: e Jimmy, sempre più scatenato, saliva di "giri" e d'entusiasmo. [...]
[...] la nostra rappresentanza, che era composta da Franco Cerri, Dino Piana, Enrico Intra, Pupo de Luca e Paolo Salonia, ha ottenuto un successo caloroso sia da parte della critica che del pubblico. Il nostro Jazz è stato definito "elegante" e, nello stesso tempo, caldo carico di swing e moderno. [...]
Il successo italiano a Comblain non si è limitato ai musicisti per la prima volta infatti anche gli strumenti musicali italiani hanno preso parte a quella rassegna mondiale del jazz. Dato che tutti i componenti dell'equipe italiana usavano strumenti Hollywood, dirigenti e tecnici della Meazzi hanno creduto opportuno presenziare alla manifestazione di Comblain per rendersi conto del livello della produzione italiana nei confronti di quella europea e d'oltreoceano.
Anche fra gli strumenti però c'è stata una "discriminazione": la più applaudita infatti è stata la batteria Hollywood di Pupo de Luca. Mentre la chitarra di Franco Cerri è stata guardata ed ammirata, la batteria ha praticamente partecipato di fatto a tutta la manifestazione. Moltissimi musicisti infatti hanno chiesto a Pupo de Luca di lasciargliela provare e quindi se la son fatta prestare anche per i concerti.
Sul palco, così, si alternavano i complessi e rimaneva la Hollywood, che è stata giudicata uno strumento completo sia come sonorità e rendimento, sia come robustezza e sia, infine, per la sua bellezza.
La quinta edizione del Festival internazionale di Comblain la Tour ha dimostrato ancora una volta la indiscussa validità artistica dei nostri musicisti e nello stesso tempo ha esaltato il lavoro e la tecnica delle maestranze italiane, ormai in grado di creare strumenti che nulla hanno da invidiare a quelli d'oltreoceano.
(rassegna di Musica e Dischi - settembre 1963)