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LE BACCHETTE D'ORO
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Da un quarto di secolo le grosse formazioni orchestrali sono diventate in tutto il mondo l'eccezione, un lusso che possono concedersi soltanto le grandi compagnie radiotelevisive e, occasionalmente, le case discografiche quando, rinunciando di proposito al trucco delle sovrapposizioni, incidono brani orcvhestrali destinati al pubblico rimasto fedele a questo genere.
È curioso notare come nel dopoguerra questa situazione fosse tutt'altro che generalizzata e come allora esistessero, fra nazioni e continenti, sostanziali differenze corrette, in alcuni casi, soltanto dopo molto tempo.
Trascorse addirittura un decennio prima che in Italia accadessero eventi paragonabili a quelli che negli Stati Uniti cambiarono, verso la fine degli anni Quaranta, il corso della musica leggera. Nel 1942 le orchestre di Glenn Miller, di Tommy Dorsey, di Woody Hermann e di Harry James, continuatrici delle "big bands" dell'era dello swing, erano le indiscusse dominatrici del mercato discografico americano, saldamente in vetta alle classifiche del "Billboard". Miller scomparve nel 1944, ma alla fine del 1946, nel breve volgere di un mese, Herman, James e Dorsey furono costretti a sciogliere le proprie formazioni, seguendo l'esempio di Benny Goodman, Les Brown, Benny Carter e Jack Teagarden. Un anno dopo lo stesso Armstrong ripiegava su un complesso ridotto.
Che cosa era accaduto ? L'improvviso tracollo fu provocato da fattori concomitanti: scarsità di buoni orchestrali e conseguenti altissime paghe, elevate tasse sui locali da ballo che intanto vedevano rarefarsi il pubblico. L'affacciarsi della TV e, infine, le conseguenze di un'aspra lotta sindacale. Uno sciopero a oltranza proclamato dal "boss" sindacale Petrillo, impedendo per due anni l'impiego delle orchestre, costrinse le case discografiche a servirsi di formazioni improvvisate e a spostare l'interesse su cantanti e complessi vocali che, al termine dell'agitazione, scoprirono di trovarsi padroni assoluti del mercato. Una situazione opposta a qulla maturata in Italia, dove in quegli stessi giorni le orchestre si stavano moltiplicando e rafforzando sull'onda di una ritrovata libertà musicale. A Milano, in mancanza di locali adatti, si ballava perfino nei cortili e i buoni orchestrali abbondavano. Molti tornavano dalla guerra o dalla prigionia con l'immediata necessità di lavorare, mentre i giovani imparavano in fretta, sollecitati dalla prospettiva di buon guadagni in patria e nel resto d'Europa........
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B.G. Lingua
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dalla "cover" del disco
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Lato a) 1947
- Gigi Beccaria (orch. Mojetta) - Eulalia Torricelli (redi-olivieri-nisa)
- Aldo Donà (orch. Mojetta) - La danza dello scoiattolo (la dance du spirou) (stoquart)
- Oscar Carboni (orch. Pavesio) - Il pianino di Napoli (di lazzaro-manlio)
- Gigi Beccaria (orch. Mojetta) - Ma coquette (mojetta-tettoni)
- Oscar Carboni (orch. Pavesio) - Cuore napoletano (chiesa-gianipa)
- Natalino Otto (orch. Zuccheri) - Ho licenziato la cameriera (Pasero-chiosso)
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Lato b) 1947
- Maria Dattoli (orch. Impallomeni) - Il mago dello swing (devilli-stoll)
- Alberto Rabagliati (orch. Ortuso) - Canta se la vuoi cantare (bixio-bonagura)
- Gigi Beccaria (orch. Barzizza) - Rumba tabù (vigevani-ciocca)
- Gianni Montesi (orch. Ortuso) - Mi piace cantar d'amore (d'anzi-galdieri)
- Aldo Donà (orch. Barzizza) - Buona notte Brasil (warren-devilli)
- Natalino Otto (chitarra Luciano Zuccheri) - Mister Paganini (coslow-devilli)
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fantastico
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